Il 17 dicembre 1973, all'aeroporto di Roma-Fiumicino, si consumò una delle stragi più sanguinose mai avvenute nel nostro Paese. Una strage però, inspiegabilmente dimenticata. Erano le 9 di mattina quando un commando di quattro terroristi palestinesi venne intercettato all'aeroporto di Fiumicino dagli agenti di sicurezza israeliani. E' una mattanza.
Vengono uccise barbaramente 32 persone inermi. Passeggeri d'aereo, tecnici e addetti alla sicurezza. Ci fu chi morì ucciso dallo scoppio di granate al fosforo, chi morì carbonizzato e chi venne assassinato a sangue freddo.

Tra le vittime ci fu Antonio Zara, un finanziere di soli 20 anni che quel giorno maledetto era in servizio doganale. Quando le prime due bombe andarono a bersaglio, esplodendo all'interno di un aereo, i terroristi si avviarono in direzione di un secondo velivolo, fermo in pista, per prendere in ostaggio i passeggeri e compiere una violenta azione di fuoco. Il giovane finanziere non esitò, lanciandosi da solo, con un arma in pugno, contro il commando armato. Venne sorpreso alle spalle da un terrorista e, dopo aver rifiutato alcune condizioni, tentò una reazione. Venne giustiziato nel mezzo della pista.

Antonio Zara venne successivamente decorato con la medaglia d'oro al valore militare.