Severino Santiapichi, giudice sciclitano, se ne è andato stanotte all’età di 90 anni.

Magistrato e scrittore, è stato per oltre 50 anni in magistratura, ricevendo il titolo di procuratore ad honorem della Corte di Cassazione, dopo aver presieduto per 20 anni la Corte d’Assise di Roma e aver ricoperto per sette anni la carica di vice presidente della Corte Suprema in Somalia.

Egli è divenuto noto al grande pubblico dopo il processo svoltosi nell’aula bunker del Foro Italico a Roma contro le Brigate Rosse, per l’omicidio del 9 Maggio 1978 di Aldo Moro, sequestrato in via Fani a Roma: un processo conclusosi con 32 ergastoli. Sempre negli anni novanta ha presieduto la Corte d’Assise nei processi “ Moro Quater”, “Moro Quinquies” e quello contro il terrorista turco Ali Ağca per il tentato omicidio di papa Giovanni Paolo II del 13 Maggio 1981.
Ha scritto, inoltre, varie opere nelle quali ha spesso ricordato le sue esperienze di magistrato e di giudice. Tra queste ricordiamo: Le ragioni degli altri, Milano, Sugarco, 1988; Romanzo di un paese, Milano, Rizzoli, 1995; Il serpente gioiello e la iena della Savana, Iuculano, 2007.