La commemorazione dei defunti è un rito universale che, nelle diverse culture, ha assunto forme molteplici e complesse. In passato, una delle pratiche più curiose legate a questo ambito era quella delle “prefiche”, donne incaricate di piangere professionalmente durante i funerali. Questo antico mestiere, ora scomparso, affondava le sue radici in cerimoniali primitivi diffusi in particolare nel Sud Italia.
Il lamento funebre come mestiere e rito
Le prefiche, vestite di nero, partecipavano al corteo funebre mettendo in scena un dolore estremo: si strappavano i capelli, si graffiavano il viso e lanciavano urla disperate in onore del defunto. Queste donne non esprimevano un dolore autentico, ma svolgevano un vero e proprio lavoro. La loro presenza durante i funerali era ritenuta fondamentale per amplificare il cordoglio e rendere omaggio ai morti. In alcune regioni, come la Basilicata, questo ruolo rituale si era radicato a tal punto da diventare un vero e proprio business. Le famiglie più abbienti potevano persino ingaggiare le prefiche più rinomate per garantire una veglia funebre particolarmente toccante.
Le origini del culto e il significato simbolico
Il mestiere delle prefiche si collegava a una più ampia paura della morte, che nelle società antiche era spesso legata a forze naturali considerate superiori all’uomo. In particolare, in aree rurali e meno sviluppate del Sud Italia, la morte era un mistero che doveva essere affrontato attraverso riti e superstizioni. Il lamento delle prefiche non era solo una performance, ma una manifestazione collettiva del timore dell’aldilà. Il loro lavoro era parte di un complesso sistema di credenze popolari che vedeva nella commemorazione pubblica dei defunti un modo per placare le forze oscure e assicurarsi la protezione degli spiriti.
Il declino delle prefiche e l’evoluzione del rito funebre
Questo antico mestiere ha continuato a esistere fino alla metà del XX secolo, periodo in cui il progresso medico e scientifico iniziava a diffondersi anche nei paesini più remoti del Sud Italia. Con il miglioramento delle condizioni di vita e una maggiore comprensione dei fenomeni naturali, il bisogno di rituali funebri intensi e drammatici si affievolì gradualmente. Le prefiche, che avevano rappresentato una figura centrale nelle cerimonie funebri, furono gradualmente sostituite da riti più sobri e moderni. Tuttavia, alcune tradizioni legate al lutto, come l’abitudine di indossare il nero in segno di cordoglio, sono rimaste vive fino a oggi.
Il ruolo delle prefiche nella cultura popolare
Nonostante il loro declino, le prefiche rappresentano una testimonianza significativa di come il dolore collettivo venisse gestito nelle società premoderne. Il loro ruolo era quello di esprimere pubblicamente la disperazione che molti non riuscivano a manifestare in modo spontaneo. Le grida e i gesti esasperati delle prefiche incarnavano il dolore di tutta la comunità, creando un ponte tra il mondo dei vivi e quello dei morti.