Nel febbraio 1990 l’Italia perdeva Sandro Pertini, una figura centrale del socialismo democratico e riformista, oltre che un Presidente della Repubblica profondamente amato. Con il suo impegno, Pertini ha incarnato i valori della libertà e della giustizia, lasciando un’eredità che ancora oggi ispira il nostro Paese.
Questo articolo fa parte della rubrica “Oltre il Tempo: Grandi Nomi che Salutiamo”, un progetto che celebra personalità straordinarie attraverso un percorso narrativo che ne ricorda il contributo storico e umano.
Sandro Pertini: dalla Resistenza alla Presidenza
Nato nel 1896 a Stella, Sandro Pertini dedicò la sua vita alla giustizia e alla libertà. Decorato per il coraggio durante la Prima Guerra Mondiale, aderì al Partito Socialista Italiano, opponendosi al regime fascista con determinazione, pagando il prezzo dell’esilio, del carcere e persino di una condanna a morte. Durante la Seconda Guerra Mondiale, giocò un ruolo centrale nella Resistenza e, come membro del CLN, contribuì alla liberazione di Milano e alla caduta del nazifascismo.
Nel dopoguerra, Pertini fu protagonista della nascente Repubblica Italiana, partecipando alla scrittura della Costituzione e ricoprendo incarichi parlamentari fino al 1978, quando divenne il settimo Presidente della Repubblica Italiana. Durante il suo mandato, si distinse per carisma e vicinanza ai cittadini, regalando momenti iconici come l’esultanza ai Mondiali del 1982, che consolidarono il suo ruolo di Presidente più amato dagli italiani.
Un’eredità che supera il tempo
Sandro Pertini è ricordato non solo come il Presidente più amato dagli italiani, ma anche come un esempio di coraggio e integrità morale. La sua dedizione alla democrazia e alla libertà ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva del Paese.
