Giorgio Distefano di Onoranze funebri Vitale: «La pratica della cremazione sempre più richiesta: ecco le regole per non sbagliare»

Se fino a un decennio fa il rito della cremazione in Italia non era molto diffuso, negli ultimi anni, grazie a una rinnovata consapevolezza, alla conoscenza delle procedure e all’apertura da parte della Chiesa, anche nel nostro paese la richiesta di questa prassi è andata via via aumentando. Oggi, il numero di persone che esprime la volontà di farsi cremare è in crescita, tanto che secondo i dati Istat più del 30% della popolazione deceduta viene cremata. Questa la fotografia di un trend in incremento che sta toccando anche il Sud Italia, e la Sicilia in particolare. Ne parliamo con Giorgio Distefano, titolare delle Onoranze Funebri Vitale di Ragusa, che gestisce un’impresa storica che da anni è al fianco delle persone che hanno subito un lutto. Signor Distefano, è vero che sempre più persone manifestano la volontà di essere cremate? «Sì, le richieste di cremazione sono in aumento. In Sicilia, nella fattispecie a Ragusa, la pratica della cremazione è ancora poco richiesta, ma si registra un trend in crescita anche qui, poiché sempre più persone manifestano questo proposito». Quali sono, secondo lei, i motivi per cui la cremazione sta prendendo piede? «Al di là del fatto che scegliere di essere cremati attiene alla volontà individuale della persona, e che quindi è un nodo molto intimo, questa pratica oggettivamente presenta dei vantaggi concreti. Prima di tutto perché la cremazione, al contrario dell’inumazione in cui la bara è posta sotto terra, o della tumulazione che è la classica sepoltura nel loculo, è un metodo molto più igienico perché non necessita di manutenzione ordinaria e straordinaria della salma».

Secondariamente? «Perché con la cremazione il processo è molto più veloce e sicuramente meno doloroso per i parenti stessi. Nel caso di inumazione e tumulazione, infatti, è indispensabile rispettare dei tempi ben precisi per le successive esumazione ed estumulazione. Queste sono operazioni cimiteriali che permettono di recuperare dopo tanti anni i resti di un defunto sepolto nella terra o in un loculo. Ma non è detto che trascorsi gli anni prescritti per legge la salma sia “pronta” per essere inserita in un ossario e quindi possono nascere dei problemi». Quali tipi di problemi? «Se al momento dell’esumazione o dell’estumulazione la salma non è del tutto mineralizzata i parenti possono chiedere la cremazione o un nuovo seppellimento. In quest’ultimo caso è come far rivivere ai congiunti un nuovo dolore, a volte persino uno shock, senza nel concreto risolvere completamente la situazione. I parenti, poi, devono disporre di un colombario o un mausoleo dove sistemare i resti, perché in caso contrario c’è il rischio che i resti finiscano nell’ossario comune. Per cui, oltre a un pensiero e a un dispiacere in più, subentrano anche altre pratiche da sbrigare». Secondo lei, perché molte persone sono ancora restìe alla pratica della cremazione? «Forse perché non conoscono bene la prassi. Purtroppo in questo campo c’è molta disinformazione. Tuttavia, quando si spiega ai clienti di cosa si tratta e perché spesso è da preferire ai riti più classici, molti si rendono conto che è una procedura da preferire. Il costo poi è abbastanza contenuto, per cui la cremazione è anche più economica». A livello burocratico come deve muoversi una persona che scelga di essere cremata quando non sarà più in vita? «La persona che manifesta questo proposito ha tre modalità per esprimere la propria volontà: attraverso un testamento depositato da un notaio oppure olografo; tramite l’iscrizione ad associazioni riconosciute dalla legge, come il Registro nazionale per la cremazione o la Socrem o, infine, con una dichiarazione verbale resa al coniuge o ai parenti fino al sesto grado, in cui esprime la propria decisione. La cremazione deve poi essere autorizzata dall’ufficiale dello stato civile, sindaco o un suo delegato, del comune in cui è avvenuto il decesso». Quando invece non c’è una dichiarazione di volontà da parte del defunto, il coniuge o i congiunti possono chiedere la cremazione? «Sì, in questo caso i parenti possono presentare la richiesta all’ufficiale di stato civile. Deve firmare o il coniuge superstite o, in sua mancanza, la maggioranza assoluta dei parenti più prossimi». La cremazione, abbiamo visto, è una prassi delicata, qual è il suo consiglio affinché venga eseguita in modo corretto? «Senza dubbio è fondamentale rivolgersi a onoranze funebri di esperienza. Questo non solo per rispettare le norme che la legge prescrive, ma soprattutto perché solo affidandosi a un’impresa che opera con professionalità e con una storia consolidata i parenti del defunto possono avere la certezza che tutto venga svolto nel modo corretto, che tutta la documentazione sia redatta nella maniera giusta, senza errori che potrebbero inficiare il rito stesso. Questo, ovviamente vale per ogni tipo di funerale e per qualsiasi procedura si scelga. Poiché le incombenze burocratiche, la stesura dei documenti, le richieste dei permessi sono tante e tutte complesse, è fondamentale incaricare un’agenzia che sia esperta, veloce e possa disporre di un’organizzazione con personale specializzato». Infine, oltre ai vantaggi “pratici”, ce ne sono altri? «Sì, ce n’è uno che attiene all’aspetto umano che molti sottovalutano, ma che per noi che svolgiamo questo mestiere con devozione e cuore è importante perché parliamo di sentimenti di pietas e di rispetto verso l’estinto. Quante volte, ad esempio, per questioni di spazio la salma della moglie non può essere tumulata accanto a quella del marito o di un altro caro congiunto? Ecco, la cremazione dà la possibilità di unire più persone anche in spazi ristretti. Lo trovo il modo più giusto e umano di onorare degnamente due persone che si sono volute bene in vita e che anche dopo il momento del trapasso possono rimanere unite». SCOPRI DI PIÙ Leggi l’articolo Ansa Giorgio Distefano: approvata la legge sulla regolamentazione delle onoranze funebri in Sicilia

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