I fiori che raccontano la vita delle Fiorerie e Onoranze Funebri Dario

Mara Dario, Fiorerie e Onoranze Funebri Dario
L’umanità del dolore e l’importanza di sentire prima ancora che capire, sono elementi imprescindibili nel lavoro di Mara Dario, titolare e seconda generazione delle Fiorerie e Onoranze Funebri Dario di Castelfranco Veneto (Treviso). Fondata dal padre Alessandro nel 1968, le Fiorerie e Onoranze Funebri Dario sono state le prime pompe funebri private nel territorio della Castellana. Quando ci si trova nel momento del lutto, seppur disorientati, esistono dei consigli da seguire nel scegliere a chi rivolgersi? «Le pompe funebri sono da sempre parte integrante di una comunità, perciò in queste circostanze la cosa che sembra più naturale è di rivolgersi alla struttura di paese o territorialmente più vicina. In realtà il consiglio è di cercare oltre, sebbene ci si trovi in un momento così difficile, è utile guardarsi in giro e rivolgersi a professionisti capaci di entrare in empatia con il proprio dolore ed emozioni. Purtroppo in questi frangenti i familiari vivono le situazioni più assurde dovute alla disperazione che provano, per questo sono importanti le persone a cui ci si affida». Cosa significa umanità? «Significa porre la persona al centro, tentare di alleggerire il momento e accompagnare i familiari. Sono attitudini che si sviluppano con tanta esperienza. Perciò è importante affidarsi ad aziende che sono sul mercato da tanto tempo; è un settore in cui non ci si improvvisa. Chi fa questo mestiere non si abitua mai al dolore dell’altro, anzi se mai dovesse insorgere la sensazione di poter addomesticare il dolore, proprio quello è il segnale che non si sta lavorando bene. D’altro canto però è importante non assumere il dolore dell’altro. I princìpi guida devono rimanere l’umanità e il rispetto delle persone. Purtroppo il pregiudizio è che chi opera in questo settore sia cinico e distaccato, eppure è proprio l’opposto». In che modo si è vicini ai familiari e parenti pragmaticamente? «Occupandosi di tutte le operazioni burocratiche, fornendo la consulenza e il disbrigo delle pratiche, supportandoli in ogni scelta, da quella dell’epigrafe a quella successiva del marmo per la lapide la cui lavorazione viene realizzata all’interno dell’azienda. Con l’obiettivo di dare il massimo della qualità e con delicatezza. Bisogna aiutare a gestire la situazione pur nella grande confusione del momento». La vostra azienda è la prima nel vostro territorio, opera nel settore da oltre cinquant’anni, come è cambiato il servizio funebre? «C’è stata una evoluzione sul piano operativo: negli ultimi dieci anni è cambiato lo statuto di chi opera nelle Onoranze funebri. Ci siamo sostituiti alla famiglia e ai familiari, ci viene affidata la persona defunta nella sua totalità anche dal punto di vista burocratico. Possiamo dire che siamo diventati pubblici ufficiali; se una volta erano i familiari a doversi occupare delle incombenze, delle pratiche, perfino dei pagamenti, oggi invece siamo noi a doverlo fare. Ciò significa cambiare anche il profilo dell’azienda, che deve perciò essere più qualificata e acquisire competenze tecniche, formandosi e professionalizzandosi». È cambiato anche il modo di vivere questo rito da parte delle persone? «La cosa più evidente è la scelta della cremazione: nel nostro territorio è cresciuta in modo esponenziale, viene opzionata nel 20% dei funerali, anche più del 50% nelle grandi città. La cremazione è una possibilità percorribile solo laddove ci sia stata una esplicita volontà del defunto. La volontà si manifesta però in diversi modi, per via testamentaria o semplicemente esprimendola ai familiari. Esiste a tal fine il Registro Italiano Cremazioni a cui le Onoranze funebri possono associarsi per trasferire le scelte espresse attraverso la “Raccolta Volontà”, servizio indispensabile perché garantisce a tutte le persone iscritte il diritto di scelta in materia di cremazione, affido e dispersione delle Ceneri. Si tratta di questioni che ci riguardano in maniera molto intima e che perciò ciascuno di noi dovrebbe affrontare. È importante parlare della morte, anche se capisco la difficoltà nel farlo, spesso viene percepita come argomento tabù». Perché a questo evento difficile viene associato un fiore? «I fiori fanno parte in maniera naturale del funerale. La cosa importante è pensare al proprio caro defunto e tenerlo a mente quando si sceglie un fiore. I fiori riescono a portare della leggerezza, ad alleviare un poco il dolore. Anche quel poco in quel momento fa la differenza». Come si sceglie quale composizione e come alleviare il momento? «Fiori e piante sono un modo per raccontare la persona, e questo va ben oltre il criterio di cosa sia bello o corretto. Ricordare ad esempio un familiare che amava la montagna potrebbe voler dire scegliere una genziana, o perché no una composizione di arbusti e legno. La scelta del dettaglio è un modo per dare valore alla persona. La questione diventa dunque non solo quale fiore, ma anche il senso generale della composizione e di come vogliamo ricordare quella persona. Il fiore ha tutto quello che serve per portare sollievo e leggerezza. Occorre valorizzare la semplicità, la cura di ogni particolare e partire dall’elemento primario. Il fiore è un messaggio, un’emozione che deve rimanere centrale». Perché è così importante regalare un fiore? «Perché un fiore racconta la gentilezza, è un gesto insostituibile. Quando un tempo non c’erano soldi nemmeno per acquistare il pane, comunque si regalavano fiori. Piante e fiori raccontano la vita e al contempo vanno oltre la materia. Perciò è bello circondarsene, rimetterli al centro eliminando orpelli e decori che in realtà coprono la loro bellezza. È quello che dovremmo fare anche con le persone». SCOPRI DI PIÙ Visita il Sito Onoranze Funebri Dario Leggi anche Mara Dario: «Umanità significa riportare al centro la persona» Leggi l’approfondimento Ansa I fiori di Mara Dario, risposta positiva al lockdown

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