I riti della cerimonia funebre ortodossa

La cerimonia funebre della tradizione ortodossa è un rituale solenne che riflette il profondo rispetto per il defunto e la fede nella vita eterna. Gli ortodossi rappresentano la terza comunità religiosa in Italia, con una pratica che si distingue per la ricchezza spirituale e l’attenzione ai dettagli liturgici.

La struttura del funerale ortodosso

Il funerale russo ortodosso si celebra, di norma, il terzo giorno dopo il decesso e si articola in tre momenti principali: veglia, divina liturgia e sepoltura.

La veglia (Triaghion)

Questo primo passaggio è un momento di preghiera e raccoglimento in cui familiari e amici si riuniscono intorno alla salma. Il defunto viene posizionato verso est, con il corpo collocato su una piattaforma. Sopra il capo, si pone un’immagine sacra in stile bizantino, mentre l’ambiente è adornato con drappi funebri, tipicamente rossi, o bianchi durante il periodo pasquale ortodosso.

Il rito attribuisce un’importanza particolare al corpo del defunto, che non deve mai essere lasciato solo durante la veglia. Le preghiere collettive chiedono pace per l’anima del defunto, mantenendo vivo il legame spirituale tra i presenti e il loro caro scomparso.

La divina liturgia

La seconda fase è una messa speciale durante la quale il sacerdote legge passi significativi del Vangelo. In questa occasione, i familiari possono baciare il defunto sulla fronte e deporre sulla bara fiori freschi in numero pari, simbolo di omaggio e saluto.

La tradizione russa non prevede che i fiori vengano sepolti insieme al defunto. Dopo il commiato, il sacerdote guida la comunità nelle preghiere, chiedendo perdono per i peccati del defunto e invocando per lui l’accesso al Regno dei Cieli.

La sepoltura

Nella religione ortodossa, la cremazione è esclusa, così come l’uso di loculi. La bara, non piombata ma semplicemente chiusa, viene portata al cimitero e calata in una fossa già preparata. Questo momento, essenziale per il rito, rappresenta il distacco definitivo del corpo terreno.

Il significato del quarantesimo giorno

Un aspetto centrale nella tradizione ortodossa è la commemorazione del defunto nel 40° giorno dopo la morte, un momento che simboleggia la fede nella resurrezione e nella vita eterna.

Durante questa giornata si tiene una messa di suffragio, arricchita da preghiere specifiche per il defunto. Alla fine della cerimonia, parenti e amici si ritrovano per un momento di condivisione, durante il quale viene offerta la kòlliva, un dolce preparato con grano saraceno, zucchero, noci e uvetta.

Alcune tradizioni includono l’elemosina o donazioni in beneficenza, considerate gesti di rispetto verso il defunto e di solidarietà verso chi è in difficoltà. Questo atto di generosità riflette i valori di compassione e condivisione che caratterizzano la comunità ortodossa.

Un rito che unisce comunità e fede

La cerimonia funebre ortodossa è un evento ricco di simbolismo, che offre conforto alla famiglia e rinsalda i legami comunitari. Attraverso la preghiera, la riflessione e la memoria condivisa, il lutto si trasforma in un’occasione di speranza e fede nella grazia divina.

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