I napoletani, noti per la loro forte connessione con tradizioni e credenze, hanno sviluppato un rapporto singolare con l’aldilà, testimoniato dal culto delle “anime pezzentelle”. Questa pratica rappresenta un legame spirituale profondo con i defunti, radicato in una cultura popolare che unisce devozione religiosa a riti legati alla morte.
Fino all’Ottocento, prima dell’istituzione dei cimiteri con il decreto francese, i corpi a Napoli venivano sepolti nelle chiese. I nobili erano deposti in cappelle familiari, mentre i più poveri finivano in fosse comuni o negli ipogei sotterranei. La peste del Seicento, che decimò gran parte della popolazione, lasciò dietro di sé numerosi corpi dimenticati. Questi resti, noti come “anime pezzentelle”, furono progressivamente adottati dai napoletani, che se ne prendevano cura, pregando per loro e chiedendo grazie in cambio.
Nel tempo, questa usanza divenne una vera e propria tradizione. Le famiglie napoletane adottavano un teschio, lo custodivano in piccole cappelle o in contenitori di fortuna, pregando affinché l’anima trovasse pace in Paradiso. In cambio, i fedeli chiedevano favori materiali o spirituali. Se il desiderio veniva esaudito, il teschio riceveva un’offerta in segno di ringraziamento. Anche se la Chiesa vietò ufficialmente il culto nel 1969, la tradizione continua e molte persone lasciano ancora piccoli doni nei luoghi dedicati.
Tra i luoghi simbolo di questa devozione vi sono la Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, la Chiesa di Santa Luciella ai Librai e il Cimitero delle Fontanelle. Ognuno di questi luoghi conserva teschi venerati dai fedeli per le grazie ricevute.
Nella Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco si trova il teschio di Lucia, una giovane sposa morta subito dopo le nozze. Il suo teschio, coperto da un velo nuziale, è venerato dalle donne che pregano per ottenere aiuto nelle questioni d’amore, specialmente per risolvere problemi coniugali.
Nella Chiesa di Santa Luciella ai Librai si trova invece il teschio con le orecchie. Questo cranio presenta due escrescenze simili a orecchie, il che ha fatto credere che potesse “ascoltare” meglio degli altri teschi. Numerose preghiere esaudite hanno contribuito a rafforzare la sua fama.
Infine, il Cimitero delle Fontanelle ospita migliaia di teschi, tra cui quello del Capitano, uno dei più venerati. Secondo una leggenda, questo teschio minacciò di morte un giovane che aveva profanato il cimitero, predicendo la sua fine il giorno delle nozze. La profezia si avverò quando, durante il matrimonio, apparve il Capitano, e gli sposi morirono all’istante.
Il culto delle “anime pezzentelle” mostra come i napoletani mescolino sacro e profano, mantenendo vive tradizioni antiche e complesse, nonostante i divieti ecclesiastici.