La sepoltura dei defunti è una pratica antichissima, risalente almeno al tardo Paleolitico. Nel corso della storia, i luoghi di sepoltura hanno assunto forme diverse: dalle necropoli alle catacombe, dalle sepolture nelle chiese ai cimiteri moderni. Tuttavia, la loro funzione è sempre rimasta la stessa: custodire i resti dei defunti e preservarne la memoria.
Nell’antica Roma, le leggi proibivano le sepolture all’interno delle città per motivi igienici e religiosi, portando alla nascita delle catacombe tra il II e il V secolo d.C.. Con l’avvento del Cristianesimo, le sepolture iniziarono a spostarsi all’interno delle chiese, specialmente per nobili e personalità di spicco, mentre la popolazione comune veniva inumata nei cortili circostanti, da cui deriva il termine “camposanto”. Tuttavia, questa pratica comportava gravi problemi igienico-sanitari, rendendo necessario un cambiamento.
La svolta arrivò con l’Editto di Saint Cloud, emanato da Napoleone nel 1804 e applicato in Italia dal 1806. Questo provvedimento vietava le sepolture nelle città, imponendo la costruzione di cimiteri extraurbani, situati almeno 35-40 metri oltre le mura cittadine. L’editto stabiliva anche che le tombe dovessero essere tutte uguali, in linea con i principi di uguaglianza della Rivoluzione Francese. Tuttavia, questa uniformità fu criticata, soprattutto da Ugo Foscolo, che ne parlò nel suo poema Dei Sepolcri.
Con la fine dell’Impero napoleonico, si abbandonò l’obbligo di uniformità, e nella prima metà dell’Ottocento nacquero i cimiteri monumentali. Questi luoghi divennero non solo spazi di sepoltura, ma anche musei a cielo aperto, arricchiti da opere scultoree e architettoniche. Parallelamente, nei paesi anglosassoni si sviluppò il modello del cimitero rurale, ispirato ai giardini all’inglese, che univa natura e architettura per creare luoghi di riflessione e passeggio.
Oggi, la costruzione e la gestione dei cimiteri sono regolate da normative igienico-sanitarie che stabiliscono requisiti precisi: distanza minima dalle abitazioni, adeguata estensione, recinzione e caratteristiche del terreno. L’evoluzione dei cimiteri riflette il cambiamento del rapporto dell’uomo con la morte, la memoria e la società, trasformando questi luoghi in spazi non solo di riposo, ma anche di cultura e riflessione.