Il titolare dell’agenzia funebre di Cagliari spiega la procedura da seguire per l’ultimo saluto ai propri cari mancati a causa del Covid-19
Esistono specifici accorgimenti da seguire nel caso dell’organizzazione dei funerali di persone decedute per coronavirus. Tuttavia, non esistono implicazioni normative che riguardano la tumulazione: nessun obbligo di cremazione, ma altri protocolli sanitari. Facciamo luce su un argomento dibattuto insieme a Oder Melis, titolare a Cagliari di Onoranze Funebri Salvatore Melis
Oder Melis, una persona deceduta per Covid-19 deve necessariamente essere cremata?
“Devo dire che questa è proprio una falsa credenza che si è diffusa nei mesi scorsi, probabilmente per via delle drammatiche immagini viste in tv. La risposta è no: non esiste un obbligo in tal senso, la tumulazione dei morti per coronavirus avviene nella stessa identica maniera. Cambiano alcuni protocolli sanitari che precedono la chiusura del cofano”.
Ci può spiegare?
“I cofani vengono sigillati e sanificati, in questo modo con sufficiente e adeguata sicurezza si può presenziare al funerale. Ciò che non avverrà è l’ultimo saluto dentro la sala mortuaria, che per motivi igienico-sanitari e per i rischi del contagio non può verificarsi. Purtroppo questo è un passaggio che diventa ancor più doloroso, ma la normativa si è resa necessaria proprio per evitare la diffusione del virus”.
Quindi anche i defunti per Covid-19 possono avere un funerale tradizionale?
“Certamente. Questo dubbio è legittimo, numerosi familiari mi hanno contattato per capire come funzionasse. Nella fase più acuta, come ricorderà, persino le esequie pubbliche vennero bloccate, ma con l’allentamento delle misure, le chiese sono state riaperte al pubblico, funerali compresi, ma sempre in numero contingentato e seguendo le disposizioni su distanziamento e utilizzo di gel igienizzanti”.
Ma come si può conoscere il numero di persone che può partecipare alle esequie?
“È compito dell’agenzia funebre rivolgersi alle autorità ecclesiastiche per capire questo dato essenziale e di importanza cruciale. Rientra nei miei compiti chiamare il sacerdote della parrocchia presso la quale si eseguirà il funerale per chiedergli quanti partecipanti possono assistere alle celebrazioni. Un fardello in meno ai familiari, che devono gestire il lutto, momento più difficile della loro vita”.
La crisi sanitaria ha aggravato le procedure burocratiche per la realizzazione delle esequie?
“Paradossalmente, l’amministrazione pubblica è stata capace di rispondere egregiamente alle difficoltà legate all’invio della documentazione. Tutto ciò che prima si realizzava in presenza, ora è possibile farlo in remoto. Il Comune di Cagliari, ad esempio, ha premesso fin da subito l’utilizzo dei documenti digitali per permettere il disbrigo delle varie pratiche”.
Per quanto riguarda le scelte dei familiari riguardo cofani e lapidi?
“Questo è un altro servizio gestibile a distanza. Purtroppo l’incontro presso gli uffici delle agenzie diventa complicato in questa fase, ma la tecnologia ci viene in supporto, permettendo una scelta in remoto di cofano e rappresentazioni grafiche per le lapidi”.
Sembrano passate tante generazioni da quando suo padre avviò l’attività nel 1957…
“Effettivamente è così: dalla composizione dei cofani a livello manuale ai nuovi servizi sia legati alla cremazione, alla dispersione delle ceneri e alla computer grafica sono stati fatti passi da gigante. L’aspetto positivo è che le agenzie funebri sono sempre più vicine ai familiari dei deceduti, mettendoli in condizione di vivere il lutto nella maniera più serena possibile, togliendo loro le numerose incombenze richieste per legge per garantire la massima attenzione verso il momento che sono costretti a vivere”.
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