Terni: città ricca di tradizioni e storie passate, di usi e costumi cambiati nel tempo, di ricette tramandate di famiglia in famiglia ma ancora oggi in uso, come il tanto amato dolce ternano “Lu pampepato” per Natale e “la piazza dolce ternana” da mangiare a Pasqua.
Nella nostra città, inoltre, esiste un dialetto che fa terminare tutte le parole in “-u” e, se ne volete un esempio, questi modi di dire vi convinceranno facendovi forse un po’ sorridere.
“L’anni e li bicchjieri de lo vinu non se contano mai”.
Lo diceva sempre mio nonno, ridendo e ammiccando, quando qualcuno gli faceva notare che la bottiglia di vino era ormai finita. Infatti, il significato della frase è: “mai chiedere ad una donna gli anni e ad un beone quanti bicchieri di vino beve”.
Oppure ancora, quando un acquazzone rovinava il raccolto tanto faticato, si sentiva esclamare a gran voce: “Ah, è propriu vero, le disgrazzie non vengu mai da sole”. E di questo modo di dire, il significato è piuttosto chiaro, e suona così: “non si capisce perché le calamità vengano sempre una dietro l’altra”.
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