Tanatoprassi,  aver cura dei corpi dei defunti

Pratica molto diffusa negli Stati Uniti, la tanatoprassi è l’insieme delle cure e del trattamento estetico delle salme. In Italia non è ancora regolamentata ma l’AIT e l’INIT si battono per il riconoscimento e la formazione

In Italia è ancora poco diffusa ma è stata utilizzata, per esempio, nel gennaio del 2023 per la salma di Papa Benedetto XVI, e per i suoi predecessori. La tanatoprassi è l’insieme delle cure igieniche di conservazione e di presentazione estetica del corpo dopo la morte. Proprio grazie a questa pratica la salma del Papa Emerito è stata esposta, integra, per diversi giorni nella Basilica di San Pietro  per poter ricevere, come da prassi, l’omaggio di migliaia di fedeli.

Il termine “tanatoprassi” deriva dal greco thanatos ‘morte’ e praxis ‘pratica’.  L’obiettivo è quello di permettere ai familiari di rendere onore al proprio caro, conservandone un’immagine il più possibile serena, senza gli spasmi causati dalla morte e rallentando il processo di decomposizione. La tanatoprassi comporta anche un livello igienico completo ed efficace per il periodo della veglia funebre che può protrarsi anche per più giorni. Inoltre viene garantito il naturale ritorno in polvere del corpo in un tempo massimo di 10 anni, mentre un corpo che non ha subito nessun trattamento può richiedere dai 40 agli 80 anni. La moderna tanatoprassi prevede un’iniezione intra-arteriosa di un liquido antisettico (non più la formalina) che disinfetta e conserva, ad una pressione abbastanza forte da farlo mescolare al sangue, la maggiore fonte di decomposizione. Viene praticato un drenaggio venoso di lieve entità, seguito dal drenaggio delle cavità addominali e toraciche, soprattutto in presenza di determinate malattie. Questi trattamenti vengono completati da un’accurata pulizia e sistemazione del cadavere e dalle cure al viso.

In Italia, come detto, questa pratica non è ancora molto popolare e, a differenza dell’imbalsamazione, non è regolamentata. Ma in realtà la tanatoprassi è conosciuta da diversi secoli e anche Leonardo Da Vinci usava tecniche primitive inserendo acqua e sale nel sistema circolatorio dei cadaveri per poter studiare l’anatomia del corpo umano.

E’ pratica molto diffusa, invece, nel Nordamerica, con oltre il 95% dei corpi trattati, seguito dalla Gran Bretagna con oltre l’80% nelle grandi città e la Francia con una percentuale superiore al 40%. E’ legalmente autorizzata in molti altri paesi europei.  Nel nostro Paese è stata introdotta negli anni Novanta da Andrea Fantozzi, presidente e fondatore dell’A.I.T. (Associazione Italiana di Tanatoprassi), e dell’I.N.I.T. (Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi). E’ stato lui ad occuparsi delle salme di Benedetto XVI e di Papa Giovanni Paolo II.  

L’A.I.T e l’I.N.I.T. organizzano specifici corsi di formazione per diventare tanatoprattori, ossia esperti di tanatoprassi. Chimica, anatomia, biologia, concetti di psicologia sono alcune delle principali materie che deve conoscere un tanoprattore che deve possedere solide conoscenze teoriche e pratiche ed elevate qualità morali. Le due associazioni sono le più importanti nel settore della tanoprassi e raccolgono anche nomi e agenzie funebri e contribuiscono alla creazione e gestione di un elenco nazionale tanatoprattori qualificati e riconosciuti per lo svolgimento di cure professionali di tanatoprassi.

In genere le pratiche di tanatoprassi si svolgono nelle Case Funerarie o presso le agenzie funebri: le onoranze funebri si occupano di tutta la parte burocratica e della realizzazione del funerale, mentre i tanoprattori si occupano dell’igienizzazione, la cura, la conservazione e la conseguente presentazione del defunto alla famiglia.