Antonio Malfante

I carruggi genovesi, ovvero i caratteristici e stretti vicoli ombrosi della città di Genova, hanno visto passare, nel corso dei secoli, molti personaggi famosi provenienti da ogni parte del mondo, e che oggi sono ricordati da targhe o da lapidi in marmo. Tra questi, c’è Antonio Malfante, il cui ricordo è affidato a una lapide in piazza Cattaneo: nato nel 1409, l’uomo fu il primo commerciante genovese ed europeo ad attraversare il Sahara spingendosi fino al fiume Niger. All’epoca, Timbuctu era soprannominata la città dell'oro, e quello che veniva acquistato nelle città sulla costa Mediterranea dell'Africa raggiungeva un costo molto più alto in proporzione a quanto a quello che aveva nella zona di estrazione: era questo che spingeva i mercanti europei a intraprendere viaggi fino alle zone aurifere per pagare l’oro a un prezzo inferiore. L'attraversamento del deserto del Sahara nascondeva molti pericoli, ma, se la spedizione fosse andata a buon fine, ci si sarebbe arricchiti grazie al commercio di questo metallo prezioso.

Il viaggio di Malfante iniziò nel 1447, e l’uomo fu il primo cristiano a raggiungere l’oasi sahariana di Tuwat: la sua missione era vista da Genova come una ricognizione della zona per assicurarsi veramente quale fosse la situazione nell’area del regno del Mali. Il genovese fece una descrizione particolareggiata sugli usi e costumi degli abitanti della zona, fornendo informazioni utili per coloro che avrebbero intrapreso quel viaggio in futuro. Nonostante gli affari nel continente africano non stessero ottenendo il successo sperato, Malfante decise di continuare il suo viaggio verso Timbuctu. Giunto a destinazione, però, non fu in grado di scoprire dove si trovassero le zone aurifere. La sua spedizione, dunque, non ottenne il successo sperato, ma le preziose informazioni fornite dal genovese, e raccolte nel libro “Lettera di un mercante genovese”, permisero ad altri avventurieri di partire per l’Africa alla ricerca dell’oro: le città della nostra penisola divennero la principale controparte commerciale per via terra, realizzando quel primato economico basato sull'importazione di oro, che i Portoghesi ottenevano, all’epoca, per via marittima.