Eugenio Carmi, il grande artista genovese, si è spento ieri, 16 febbraio, all'età di 96 anni in una clinica svizzera.

Nato a Genova nel 1920, è stato uno dei grandi maestri dell'astrattismo italiano, l'ultimo esponente della generazione della scuola genovese, insieme a Luzzati e Costantini. Fuggito a Zurigo a causa delle leggi razziali, Carmi non interrompe il legame con la sua città, legame che lo porterà dal 1956 al 1965 a ricoprire il ruolo di responsabile immagine dell'Italsider. Fermamente convinto che l'industria debba essere un polo di diffusione culturale, realizza opere astratte utilizzando diversi materiali “industriali” come latte, plastiche, smalti su acciaio e vetrate.

Il suo rapporto con Genova va oltre il rapporto con l'Italisider: nel 1963 fonda la Galleria del Deposito a Boccadasse insieme agli amici artisti Lele Luzzati, Popi Fedeli e Flavio Costantini. L'obiettivo è quello di “fare qualcosa di nuovo”, ovvero offrire un’alternativa alle logiche commerciali del mercato dell’arte, e di creare un polo artistico e culturale a livello internazionale. Il fine ultimo è di realizzare e veicolare un’arte accessibile a un pubblico molto più vasto. Nel 1966 collabora con Umberto Eco nella realizzazione di una serie di favole per bambini edite da Bompiani, in quell'anno è ospite della Biennale di Venezia con l'opera elettronica SPCE. Tra le diverse opere che lo legano a Genova c'è anche la realizzazione del logo ufficiale della Regione Liguria.

L'Italia perde uno dei maestri dell’astrattismo nostrano. Genova dice addio all'ultimo "grande" di una generazione di artisti straordinari.