Gli offizieu.

Qual è la storia degli offizieu, tipiche candele della tradizione ligure utilizzate durante le celebrazioni di Ognissanti e per la commemorazione dei defunti?

La tradizione legata agli offizieu, chiamati anche “mocchetti”, cioè piccoli moccoli, nacque probabilmente nella Val Fontanabuona, in un convento di monache a Varese Ligure e nella Cereria Bancalari di Chiavari: questi piccoli lumini in cera potevano essere bianchi, multicolore o decorati da un sottile filo argenteo, e venivano piegati più volte o arrotolati fino a formare un officiolo. Quest’ultimo veniva poi avvolto in forme di legno da abili artigiani, che vi ricavavano poi scarpette, cappellini, cestini e borsine. Le nonne compravano gli offizieu ai lori nipoti per insegnare loro a commemorare i defunti: tenendo l'oggetto in mano, il calore aiutava a srotolare il filo, così il bambino poteva staccarne dei pezzetti e accenderli, come candeline, davanti alle foto dei cari defunti. Si vendevano persino i fili a "metro", di modo che i bambini potessero costruire il loro offizieu "fai da te”.

La tradizione degli offizieu nel Tigullio, ma anche in molte parti della Liguria, è cominciata a svanire dagli anni 70 in poi: il troppo lavoro che comportava il rimuovere la cera dai pavimenti, la scarsa affluenza dei bambini alle feste dei santi e dei morti, e la conseguente scarsa richiesta nella produzione.

Oggi, purtroppo, gli offizieu rimangono solo un lontano ricordo, e i depositari della tecnica di realizzazione sono davvero pochi.

A queste candele tipiche della tradizione ligure, il poeta dialettale genovese Nicolò Bacigalupo ha persino dedicato dei versi:

«Davanti ai negozi
de tûtti i speziæ,
esposti in bell'ordine
pe mettine coæ
gh'è un mûggio asciortio
de belli offiçieu
delizia, sospio
de tanti figgieu»