Grotta Doria

Quanti genovesi conoscono l’esistenza della grotta Doria e la sua curiosa storia?

Definita "fonte del Capitano Lercaro" dal Vasari, che la cita nel suo trattato “Vite”, la grotta Doria fu edificata intorno al 1550 dall'architetto Galeazzo Alessi, su commissione del capitano di flotta Erasmo Doria Galleani. Nel 1603, quando Giovanni Andrea Doria acquistò le proprietà di Marcello Doria, essa entrò a far parte del giardino retrostante la Villa di Fassolo, della famiglia nobiliare genovese.

La grotta era composta da un vestibolo, distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, e da una magnifica sala ottagonale, sulle cui pareti si possono ammirare diverse stalattiti e scene raffiguranti due anziani barbuti, che rappresentano le divinità del Nilo e del Tevere. Ancor più spettacolare è il soffitto ottagonale suddiviso in spicchi, con storie mitologiche riprese dalla Metamorfosi di Ovidio; ma ciò che davvero lascia senza fiato chi visita questa grotta sono le pareti e la cupola, ricoperte di conchiglie, di coralli, di ciottoli, di cristalli, e di frammenti di stalattiti naturali, che danno vita a meravigliose raffigurazioni mitologiche.

Un tempo, sopra la cupola troneggiava una lanterna, i cui vetri permettevano il passaggio della luce, e a sua volta, sopra di essa, si trovava l’aquila simbolo della famiglia Doria; oggi, la lanterna non c’è più, e dalla cupola non trapela nessuna luce, perché chiusa da una lastra di cemento.

Fu dopo la costruzione della strada ferrata e la lottizzazione del terreno della Villa di Fassolo, che la grotta Doria venne dimenticata. Il merito di aver salvato dall’oblio questo splendido luogo è tutto del professor Lauro Magnani, il quale, in seguito al ritrovamento di una fotografia della grotta risalente alla seconda guerra mondiale, condusse una ricerca nei vari condomini della zona. Dopo tanto cercare, fu una signora, nel 1948, a riconoscere il luogo: la grotta era, infatti, la sua cantina, diventata un deposito di vini. Dopo la messa in vendita dell’appartamento con annessa la grotta-cantina, esso venne acquistato dai Doria, che poterono, così, riappropriarsi di un pezzo importante della storia del loro giardino.