Ieri, all’età di 71 anni, ci ha lasciato uno dei simboli per eccellenza della Sampdoria, Giancarlo Salvi.

Salvi era nato a Dego, in provincia di Savona, e aveva iniziato la carriera proprio con la maglia della Sampdoria, esordendo in serie A il 15 settembre 1963. Ma è il 7 giugno 1964 che Salvi è passato alla storia, quando aveva segnato il gol che aveva permesso alla Sampdoria di battere il Modena nello spareggio per restare in A. Dopo un anno al Milan, nel 1965 era tornato alla Sampdoria per restarvi 11 anni, diventando un grande punto di forza della squadra blucerchiata: con 291 presenze in blucerchiato, è tuttora il settimo calciatore della Sampdoria più presente in incontri di campionato.

Dopo aver perso il posto da titolare nell'ultimo campionato, Salvi aveva lasciato Genova nel 1976, per entrare nel Vicenza, dove aveva conquistato la promozione, e poi un secondo posto. Il terzo anno, il 1978-1979, aveva visto la retrocessione dei berici in serie B, ed era dunque sceso in Serie C1.

In carriera aveva collezionato complessivamente 313 presenze e 40 reti in serie A, 75 presenze, e 17 reti in Serie B, giocando più di 300 partite con la maglia della Sampdoria tra gli anni 60 e 70, e segnando quasi 60 gol. Salvi si era ritirato dal calcio giocato a 34 anni, ed era entrato nei quadri dirigenziali del Vicenza, intraprendendo anche la carriera imprenditoriale in società con l'ex compagno biancorosso e amico Paolo Rossi.
La società blucerchiata ha commentato così la scomparsa di Salvi: «A noi piace ricordarlo così: giovane e bello, come gli eroi meritano di essere ricordati. Maglia blucerchiata addosso, 19 anni compiuti da poco, e il sorriso di chi sa di avere fatto qualcosa d’importante pur non essendone pienamente consapevole».

Il Salvi blucerchiato è rimasto nel cuore dei tifosi anche dopo aver lascato quella maglia che era ormai una seconda pelle, ed è stato un simbolo e un modello esemplare per i giocatori di oggi, contribuendo a creare un'immagine della Sampdoria che continuava a lottare nonostante le sconfitte.