Il 14 maggio del 1905, moriva Federico Delpino, noto botanico, e maggiore darwinista ed evoluzionista italiano.

Nato a Chiavari nel 1833, Delpino aveva abbandonato gli studi in matematica intrapresi presso l’università di Genova, e aveva trovato lavoro al Ministero delle Finanze a Torino. Dopo il trasferimento della capitale del Regno d'Italia a Firenze, Delpino si era trasferito nel capoluogo toscano, dove aveva frequentato il Giardino dei semplici e il museo botanico dell'Università. Qui, aveva conosciuto Filippo Parlatore, il quale, nel 1867, riconosciuta in lui un'inconsueta capacità di apprendimento, e di un'estesa cultura botanica al di fuori dei canoni culturali dell'epoca, lo aveva assunto come assistente presso quella struttura accademica.

Nel 1871, Delpino era diventato professore di Scienze Naturali, e, in quel periodo, si era anche imbarcato come naturalista sulla nave da guerra Garibaldi, in una spedizione che era stata una sorta viaggio d’istruzione per il principe Tommaso di Savoia-Genova. In quell’occasione, l’uomo aveva avuto modo di visitare la regione costiera del Brasile, esperienza che gli aveva permesso di riportare reperti e osservazioni d’importanza notevole.

Per la sua adozione delle teorie evoluzionistiche di Darwin, venne considerato il più importante darwinista italiano.
Delpino era diventato professore straordinario all'università di Genova nel 1875, e nella nostra città aveva inoltre diretto il locale Orto botanico. Nel 1884 aveva poi ottenuto un incarico presso l'Università di Bologna, dove rimase per quasi dieci anni.
È poi a Napoli che diventa preside della facoltà di scienze dell’università partenopea, e, nel 1903 viene eletto Presidente della Società Botanica Italiana.

Gli studi portati avanti da Delpino, basati su una formazione largamente autodidatta e, dunque, non allineata ai canoni accademici convenzionali, riguardarono soprattutto un sistema di osservazione dei fenomeni vegetali, applicati rigorosamente nel proprio ambiente vitale: questo sistema fu drasticamente innovativo rispetto alla condizione culturale del suo tempo, che prevedeva l'osservazione e la descrizione minuziosa di ogni individuo vegetale, a scopo di classificazione o di riconoscimento di esso, senza però alcuna attenzione alle interazioni con altri viventi e con l'ambiente naturale.
L’opera di Delpino Memorie di Biologia Vegetale rappresenta una base speculativa interdisciplinare, che ha condotto a quella che oggi è definita "ecologia".

Chiavari ha intitolato a questo grande botanico e studioso il liceo classico della città.