Il 20 maggio del 1900, Borgo Fornari dava i natali a Luigi Carlo Daneri, noto architetto genovese, scomparso nel 1972.

Dopo la laurea in ingegneria e un periodo di apprendistato presso lo studio genovese dei Coppedè, nel 1929, Daneri aprì una propria attività, iniziando subito a progettare e a costruire le sue prime opere. Protagonista indiscusso delle vicende architettoniche genovesi, l’uomo si è sempre relazionato in modo deciso con il territorio, ispirandosi e riprendendo tipologie ed elementi espressi da Le Corbusier, riadattandoli al contesto ligure in cui ha operato.
I quartieri genovesi Bernabò-Brea, Quezzi e Mura degli Angelis sono un esempio di come Daneri considerasse centrale il rapporto tra l'edificio e il contesto urbano in cui andava a sorgere. Il quartiere da lui progettato, che i genovesi chiamano il Biscione, e che rappresenta uno dei più importanti e significativi esempi di architetture di grandi dimensioni in Italia, è l'espressione del Plan Obus pensato da Le Corbusier per Algeri, ma mai realizzato.
La peculiarità dell’architetto genovese è proprio quella di aver progettato edifici che hanno sempre instaurato una relazione con il territorio in cui sorgono, rispettando l’habitat e la natura circostante: basti pensare alle case di Sanremo che riprendono l'andamento sinuoso della costa. Ma un'altra caratteristica del suo operare è l'etica della progettazione: egli adottava lo stesso atteggiamento sia che costruisse la casa popolare, sia la casa per il borghese di turno. Personaggio singolare, che non amava viaggiare né guidare l’automobile, nel 1933, Daneri partecipò alla V Triennale di Milano con il gruppo degli architetti liguri, e nel 1934, vinse il concorso per le case alte alla Foce di Genova. Nel dopoguerra, l’architetto partecipò alla progettazione per INA-Casa, per la ricostruzione di Genova, nonostante una grave malattia gli impedì di proseguire il lavoro per un decennio.

Docente presso l’università di Genova, Daneri fu anche membro del Movimento Studi Architettura e membro effettivo e vice presidente della sezione ligure dell'Istituto Nazionale di Urbanistica. Inoltre, le sue opere di architettura, design e progettazione furono spesso pubblicate sulle riviste più famose dell’epoca.