Il 25 aprile del 1472, moriva uno dei personaggi più importanti ed eclettici del Rinascimento: Leon Battista Alberti.

Leon Battista Alberti era nato a Genova nel 1404 da Lorenzo Alberti, appartenente una ricca famiglia di mercanti e banchieri fiorentini banditi dal capoluogo toscano per ragioni politiche, e da Bianca Fieschi, di una delle più nobili casate genovesi.

Alberti si era dedicato agli studi umanistici prima a Venezia poi a Padova, trasferendosi in seguito a Bologna, dove aveva studiato diritto coltivando però, allo stesso tempo, il suo amore per molte altre discipline, come la musica, la pittura, la scultura e la matematica. Sin da giovane aveva intrapreso l’attività letteraria, scrivendo, tra gli altri, una commedia autobiografica in latino e un romanzo mitologico.

Vivendo un po’ a Roma, un po’ a Firenze, e anche a Ferrara, Leon Battista era interessato soprattutto alla ricerca costante di regole e di canoni che potessero guidare il lavoro degli artisti: nella sua opera De statua, per esempio, aveva esposto lo proporzioni del corpo umano, mentre, nel De pictura, aveva fornito la prima definizione della prospettiva scientifica. L'aspetto innovativo delle sue proposte consisteva nel mescolare l'antico con il moderno.

La classe sociale a cui Alberti faceva riferimento era un'aristocrazia e un’alta borghesia illuminata; aveva infatti lavorato per committenti come i Gonzaga a Mantova e a Firenze, i Malatesta a Rimini, e i Rucellai a Firenze.

Alberti è stato scrittore, matematico, umanista, linguista, filosofo, musicista e archeologo e, come architetto, è considerato, accanto a Brunelleschi, il fondatore dell'architettura rinascimentale.