Il nostro ricordo quotidiano oggi si perde tra vicoli della nostra città che non esistono più, quelli del quartiere di Madre di Dio.

L'antico quartiere, distrutto dalle ruspe nel 1973, si estendeva tra il sestiere del Molo e quello di Portoria. I vicoli stretti, tra i più antichi del nostro centro storico, collegavano questa parte della nostra città a via Fieschi a Campo Pisano e a via del Colle. Via Madre di Dio, l'asse principale del quartiere, collegava piazza Ponticello al mare, passando sotto le arcate del Ponte di Carignano. Tra queste strette strade nacque Niccolò Paganini, ma nemmeno la sua casa natale è stata risparmiata dalla demolizione.

La zona era abitata in prevalenza da ceti popolari e da gente che lavorava in porto. Tante erano le osterie che si affacciavano lungo i suoi vicoli; d'estate si mettevano i tavolini fuori e si giocava a carte in strada. La notte il quartiere non si fermava perché, specialmente nella zona oggi corrispondente all'attuale Salita del Prione, vi erano numerose case chiuse e bordelli.

Oggi, come dice una vecchia canzone “tutto questo non c'è più” e le osterie e i vicoli dell'antico quartiere hanno lasciato il posto ai Giardini di Plastica e ai motorini parcheggiati in Piazza Dante.

Chissà quanti genovesi rimpiangono i vecchi vicoli che qui una volta sorgevano?