La leggenda dell'albero d'oro.

Perché la via che conduce a Villa Imperiale, una delle più antiche e prestigiose ville rinascimentali di Genova, si chiama via dell’Albero d’Oro?

La Villa, costruita nel 1502 nel quartiere di San Fruttuoso, rappresenta una delle vie d’accesso al Santuario della Madonna del Monte, e riveste un significato storico importante per i genovesi: lungo le mura che la circondano dal lato di ponente, sale un viottolo che conduce alla vicina Villa Migone, al tempo residenza del cardinale Pietro Boetto, in cui la sera del 24 aprile 1945 il generale Gunter Meinhold, comandante in capo delle truppe tedesche di stanza a Genova, firmò l'atto di resa nelle mani dello stesso Boetto e del comandante partigiano Remo Scappini, ponendo fine alla seconda guerra mondiale nel capoluogo ligure. Il 25 aprile del 2007, l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha reso omaggio a Genova, medaglia d'oro per la resistenza partigiana, visitando Villa Migone.

La leggenda dell’Albero d’Oro legata a Villa Imperiale narra che, molto tempo fa, il proprietario del terreno dove sorge la villa avesse perso ai dadi gli appezzamenti che possedeva. Nonostante questo, l’uomo decise d’impegnare anche l’ultimo albero che gli era rimasto, probabilmente un albero d’alloro: la via che collega l'ingresso principale della villa con piazza Terralba è poi diventata “d’oro” per assonanza. Dopo quella giocata, il signorotto riuscì a riconquistare i suoi terreni, e da quel momento in lui qualcosa cambiò: decise infatti di smettere di sperperare tutti i suoi soldi nel gioco, e di vivere secondo i valori della semplicità e dell’umiltà. Il famoso albero d’oro, ormai vecchio e malato, è stato abbattuto a metà degli anni 80, e sostituito con un altro più giovane.