Quanti sono a conoscenza del fatto che la lunghezza delle "miage de Zena", ovvero le mura di Genova, è seconda soltanto a quella della Muraglia Cinese?

Sono numerose le cinte murarie che, nel corso dei secoli, sono state erette con lo scopo di difendere la città da chi voleva sottometterla: molte parti delle mura sono presenti ancora oggi, anche se spesso risultano poco visibili perché nascoste dalla vegetazione o da edifici.

Le più antiche "miage de Zena" si estendevano tra la Chiesa di Santa Maria di Castello e quella che oggi è la sede della facoltà di architettura, cioè il complesso di San Silvestro; esse racchiudevano l’antico oppidum, la città fortificata priva di un confine sacro, e fu Tito Livio a raccontare che, dopo la distruzione di Genova avvenuta per opera del fratello di Annibale, il pretore della Gallia Subalpina Spurio Lucrezio diede l'ordine di costruire nuove mura a difesa della città.

Durante l’epoca romana, la cinta muraria genovese venne ampliata in direzione del mare. Le cosiddette mura del Barbarossa, costruite nel 1155, rappresentano le più famose e le più visitate della città: si narra che esse siano state costruite in 53 giorni, grazie al contributo di tutti i genovesi, i quali temevano un attacco da parte dell'imperatore Federico I detto Barbarossa, dal quale queste mura presero il nome.

Nell’800, i Savoia misero in atto diversi interventi alla cinta muraria, ma non più con lo scopo di difendere Genova da attacchi nemici, ma per poter controllare e gestire al meglio eventuali insurrezioni in città.