3 luglio 1980: un grave incendio divampa all’interno del transatlantico Leonardo Da Vinci, in disarmo all’interno del porto della Spezia.

Sono passati 36 anni dal terribile rogo, probabilmente dovuto a un corto circuito, che distrusse il lussuoso transatlantico, nonostante il tempestivo intervento della Capitaneria di porto e dei Vigili del fuoco, in collaborazione con l’equipaggio della Nave Lupo della Marina militare.

La Da Vinci, varata nel 1960 nel cantiere di Sestri Ponente, era stata costruita per sostituire l’Andrea Doria, affondata presso le secche di Nantucket, di fronte a New York, durante uno dei più noti disastri marittimi della storia.

Fiore all’occhiello per le compagnie di navigazione italiane, le 33mila tonnellate della nave, la più tecnologica dell’epoca, permettevano di trasportare più di 1300 passeggeri, i quali potevano godere di ogni comfort. Dal 1960, questo imponente transatlantico, le cui caratteristiche lo rendevano particolarmente adatto per le traversate oceaniche, rappresentava il mezzo principale per il servizio passeggeri dall'Italia verso gli Stati Uniti. A partire dal 1970, la rotta verso le Hawaii divenne la rotta preminente della Da Vinci, che, partendo dal porto di New York e attraversando il Canale di Panama, in 41 giorni di navigazione raggiungeva l’arcipelago.

Era il 1978, quando, dopo oltre 25 anni di servizio, la nave, a causa della concorrenza spietata dei trasporti aerei che, in quegli anni, si stavano sostituendo alle crociere, restò ancorata nella rada di Porto Venere; con la mancanza di un acquirente, la Da Vinci, nel 1980, venne spostata definitivamente nel porto della Spezia per il disarmo.

“Erano circa le 12, quando ricevemmo la comunicazione della Capitaneria di Porto che ci invitava a prestare assistenza tempestivamente ai rimorchiatori già impegnati sul luogo dell’incidente. I vigili del fuoco impiegarono tutto il giorno e tutta la notte a far cessare le fiamme, ma ormai danneggiata gravemente, la nave iniziò lentamente a inclinarsi su un lato”. Questo il ricordo degli attimi concitati subito dopo il rapido divampamento delle fiamme di Pietro Antonio Cimino, allora sergente imbarcato sulla Lupo.

In sole 12 ore, esattamente 36 anni fa, il gigante di metallo si dovette arrendere alle fiamme. Si riuscì a trainare la Da Vinci soltanto fino a una zona del golfo dal fondale poco profondo, dove, adagiata su un fianco, rimase per più di un anno, prima della demolizione.