Era il 24 giugno di cinque anni fa, quando il Comune della Spezia intitolò alla contessa di Castiglione Virginia Oldoini, i giardini davanti al conservatorio della città, che facevano parte della vasta tenuta fondiaria della sua famiglia.

Figura femminile di spicco nell’ambito del Risorgimento italiano, Virginia Oldoini discendeva da una nobile famiglia spezzina, ed era la figlia del marchese Filippo Oldoini, deputato della Spezia al Parlamento subalpino, e di una nobildonna fiorentina. Seppur nata nel capoluogo toscano nel 1837, la contessa si è sempre considerata spezzina; la villa paterna, che la donna definiva la Montagna, sulle pendici dei Cappuccini, era composta da numerosi poderi e appezzamenti agricoli, con un parco che degradava fino al mare e che dominava la città.

Sposata con il conte piemontese Francesco Verasis di Castiglione, che aveva conosciuto allo stabilimento balneare annesso all'Albergo Croce di Malta della Spezia, l’affascinante e perspicace Virginia fu la protagonista scaltra di ufficiose missioni mondano-diplomatiche, in favore della causa italiana: Cavour, cugino della donna, la utilizzò, infatti, come spia, al fine di favorire la sua politica presso i francesi. Diventata l’amante dell'imperatore Napoleone III, la giovane contessa fece in modo che le truppe francesi intervenissero a fianco dello stato Piemontese nella terza guerra d'Indipendenza, che portò all'unità d'Italia.

Grazie al suo spirito vivace, e alla sua bellezza e intelligenza, Virginia rappresenta uno dei pochi esempi di donna politica, che ha ricoperto un ruolo importante nella storia europea e nel raggiungimento dell’Unità d’Italia.

Nonostante questo, la donna venne ben presto dimenticata da tutti, e morì in solitudine, reclusa volontaria in un appartamento in Place Vendòme a Parigi, nel 1899; all'ingresso del palazzo in cui abitava, nell’attuale piazza Sant’Agostino a Spezia, un busto in bronzo dello scultore Francesco Vaccarone la ricorda.