I Baracconi
I primi di novembre degli anni Quaranta, il polo d’attrazione della Spezia diventava il quartiere di Mazzetta, quando in città arrivavano le attrazioni, i giochi e le luci del luna park del Viotto, o meglio, i cosiddetti Baracconi.
Il termine dialettale rimanda alla capacità dei carri dei giostrai di “trasformarsi” in piste d’autoscontri, giostre e pagode, che si posizionavano nello spiazzo dell’attuale piazzale Kennedy, in via Veneto.
Mazzetta diventava un vero tripudio di suoni, musica e colori, con l’odore inconfondibile del torrone e dello zucchero filato che oggi, agli spezzini, fa subito pensare alla tanto attesa Fiera di San Giuseppe di metà marzo. All’epoca, invece, erano i Baracconi l’evento più atteso dell’anno, quando i bambini e i ragazzi aspettavano novembre per giocare alla pesca miracolosa, per fare un giro sulla giostra o sulla ruota panoramica, per giocare al tirassegno o al flipper, oppure per entrare nel castello fantasma.
I Baracconi, insomma, soprattutto durante gli anni immediatamente successivi alla fine della guerra, hanno rappresentato una parentesi di allegria e di spensieratezza, e fino ai primissimi anni Settanta i giochi e le attrazioni hanno animato le giornate grigie e malinconiche dell’inverno spezzino.
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