Il 4 aprile di 9 anni fa, il Consiglio provinciale della Spezia ha intitolato a Gino Patroni il Sistema bibliotecario provinciale. Ma chi era Gino Patroni?

«Classe di ferro arrugginita alla svelta, mezzo geometra (per studi abbandonati), maestro elementare intero, con sette anni di liceo classico (impiegato in segreteria), già prigioniero in Germania, liberato dai francesi di Ledere e subito rifatto prigioniero per il coup de pòignard fascista del 1940, poi travet statale, giornalista professionista, depresso endogeno e indigeno (siccome vive alla Spezia, base navale e banale), abita di preferenza al reparto neuro ma sovente si ricovera a domicilio».

Sono queste le parole con cui Gino Patroni parlava di sé: nato ad Ameglia nel 1920, e morto a La Spezia nel 1992, Patroni è stato un collaboratore del Secolo XIX e scrittore di numerose parodie, epigrammi, giochi di parole e nonsense. Ed è subito pera è il titolo della parodia, pubblicata nel 1959, della famosa poesia Ed è subito sera di Salvatore Quasimodo, grazie alla quale Patroni vinse il premio letterario Lerici-Pea. Un giorno da beone (1969), Una lacrima sul Griso (1973) e Crescete e mortificatevi (1975) sono solo alcuni dei titoli delle opere di questo brillante umorista.

Legatissimo alla Spezia e cliente fisso del bar Peola in via Chiodo, Gino Patroni aveva scritto: “Adoro Milano, in particolare la sua stazione: lì ci sono i binari da dove partono i treni che mi riportano a Spezia”. Proprio sopra i tavolini del bar Peola, oggi una lapide con la sua figura lo ricorda.