Il palazzo del ghiaccio.

Che cosa ci fanno i bassorilievi di pinguini e di orsi polari sulla parte alta della facciata del palazzo oggi sede di Carispezia?
Nel 1920, la Società Anonima Industria del freddo incaricò l’architetto Franco Oliva di progettare un “palazzo del ghiaccio”, ovvero una struttura per la conservazione a freddo degli alimenti, all’epoca indispensabile, soprattutto in un agglomerato urbano come Spezia.

Tre anni dopo, nel 1923, la nuova fabbrica del ghiaccio, dove cibi deteriorabili come la carne, i salumi e il pesce venivano conservati in spazi appositi, diede inizio all’attività, arrivando a produrre ben 40 tonnellate di ghiaccio al giorno.

L’edificio, situato all’angolo tra via Sprugola e via Colombo e dotato di un grande valore architettonico, è un parallelepipedo di quattro piani, le cui facciate presentano l’alternanza di pilastri in cemento e di alte vetrate; è proprio alla base dei pilastri che oggi sono ancora ben visibili le figure di animali polari, opera dello scultore Augusto Magli. Questi bassorilievi sono stati infatti mantenuti anche in seguito ai lavori di ristrutturazione del palazzo, che nel 1976 è stato acquistato da Carispezia e che oggi ospita i suoi uffici.