La colonna di San Rocco.
Forse non tutti gli spezzini sono a conoscenza di quello che fu, un tempo, il simbolo della loro città, andato perduto durante gli ultimi anni della Seconda guerra mondiale: la colonna di San Rocco.
Si tratta di un pilastro di marmo di tre metri d’altezza sormontato da un capitello di granito e da una statuetta del santo, il quale, secondo la tradizione, aveva protetto la comunità spezzina da una tragica epidemia di peste che imperversava in tutta Europa. Da un lato, il capitello recava scolpito lo stemma della Repubblica di Genova, e, dall’altro, quello della Spezia, con la torre sormontata da un aquilotto con le ali spiegate pronto a spiccare il volo: si tratta dello stesso aquilotto che, oggi, è diventato il simbolo della squadra di calcio della città. Questo oggetto importante fu trasferito, all’inizio del secondo conflitto mondiale, al convento delle Clarisse, nella speranza di salvaguardarlo insieme ad altri reperti di valore; purtroppo, però, il complesso venne raso al suolo dai bombardamenti inglesi, e tutte le testimonianze del passato andarono distrutte. La statua raffigurante il santo era stata scolpita, probabilmente, nel 1568, ma le notizie riguardanti i tre reperti risultano incerte e scarse. Nel 1489, quella che oggi è piazza Beverini, ma che, una volta, si chiamava piazza della Corte, venne rialzata di un paio di scalini dal piano stradale, e la colonna di San Rocco venne posizionata in un angolo. Invece, l’area dove oggi c’è il grattacielo, nell’Ottocento era occupata da diverse casupole, ed era lì che si svolgevano le funzioni civili, religiose, politiche e giudiziarie della città fin dal Medioevo. Inoltre, lo spiazzo dove si affaccia la Curia, sin dai primi anni del ‘400, ospitava il mercato di frutta e verdura, dove si vendevano i prodotti degli orti e del bosco provenienti da Biassa e dalle colline circostanti, ma anche dalla Val di Magra e dalle campagne massesi.
Sentite condoglianze a tutta la famiglia da Grazia Colacicco...
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