La grotta della Madonna di Rebocco
Forse non tutti lo sanno, ma a Spezia c’è anche una grotta, quella della Madonna di Rebocco.
Il suo nome è dovuto a una grande stalagmite, alta più di cinque metri, che si trova al centro della grotta, e la cui forma ricorda una Madonna con il bambino. A fare la scoperta della grotta furono, nel 1909, alcuni operai, i quali fecero brillare una mina per estrarre sassi dalla cava: fu proprio quell’esplosione a portare alla luce una caverna profonda 50 metri, in cui la scultura naturale della Madonna appare seduta su un trono coperto di crine e avvolta in un raggio di luce proveniente da un’apertura sulla volta della grotta. Subito si gridò al miracolo, e la località dove si trova la cava, chiamata Maggiola, diventò anche meta di pellegrinaggi di fedeli.
Vent’anni dopo, la grotta ottenne la tutela dalla Soprintendenza ai monumenti della città, e il Ministero dell’Educazione Nazionale la dichiarò luogo d’interesse pubblico. Fu allora che vennero stanziati i fondi per fare della grotta un’attrazione turistica, che poteva essere visitata scendendo una scaletta di ferro, posizionata dopo una galleria d’ingresso. La famosa stalagmite centrale si raggiungeva attraverso un passaggio scavato nella roccia, mentre, più in basso, c’era un lago; è stato il lavoro lento e implacabile dell’acqua di una sorgente ad aver conferito alla stalagmite, dopo ottomila anni, la forma che la contraddistingue. Ma la Madonna non è la sola figura ad occupare la grotta, poiché al suo interno vi si trovano anche migliaia di stalagmiti minori che richiamano profili di piante, di angeli e di uccelli.
Negli anni cinquanta, le scuole elementari organizzavano visite alla grotta, che è stata però chiusa nel 1973 per ragioni di sicurezza. Nonostante nel 1998 la regione abbia stanziato un contributo per i lavori di consolidamento, e, nel 2011, la comunità di Rebocco abbia lanciato un’iniziativa per salvarla dall’incuria, oggi la grotta, sconosciuta alla maggioranza degli spezzini, versa in uno stato di degrado e di abbandono.
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