Le “vasche” in Via Chiodo
A quale adolescente spezzino non è mai capitato di fare una “vasca” in via Prione?
Oggi, infatti, è questa, soprattutto il sabato pomeriggio, la via più affollata del centro cittadino, in cui orde di giovani e meno giovani si riversano a fare shopping o semplicemente a passeggiare senza uno scopo ben preciso, avanti e indietro. Da questo percorrere sempre la stessa strada, come se si stesse nuotando in piscina, deriva l’utilizzo della metafora “vasca”: si tocca il bordo e si torna indietro fino a che non ce la si fa più. Quarant’anni fa, però, la meta preferita degli spezzini per passeggiare su e giù era un’altra, ovvero via Chiodo. Quest’arteria del centro rappresentava il salotto elegante della città, che con le sue luci e le sue vetrine chic, che non si trovavano in altre parti della Spezia, attirava i giovani spezzini. Inoltre via Prione, negli anni ’70, non godeva di una buona nomea, a causa dei traffici e dello smercio di sigarette di contrabbando che si svolgevano in quelle strade. Anche per questo si preferiva passeggiare sotto i portici di via Chiodo, quasi come se si trattasse di un rituale, di una sorta di cerimonia, anche se erano pochi quelli che potevano effettivamente permettersi di fare acquisti nei negozi raffinati che non si trovavano altrove. Non esisteva, in città, un altro luogo di aggregazione, a differenza di oggi, in cui le vie e, soprattutto, le piazze dove gli spezzini si danno appuntamento sono diverse: piazza Garibaldi, piazza del mercato, piazza del Bastione, piazza Sant’Agostino, eccetera.
Oggi via Chiodo non è più la via chic ed elegante di una volta, ma durante le giornate piovose i suoi portici restano una valida alternativa alle “vasche” in via Prione.
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