Ubaldo Mazzini.

Il 12 maggio del 1923, Ubaldo Mazzini, poeta dialettale spezzino e studioso di storia del folklore locale, fu eletto Presidente onorario dell’Accademia lunigianese di Scienze.

Ubaldo Mazzini era nato alla Spezia nel 1868, e, dopo la laurea in giurisprudenza, si era dedicato al giornalismo partecipando con fervore alle lotte politiche del suo tempo. Nel 1891, aveva contribuito alla fondazione del settimanale repubblicano “La Spezia”, dove scriveva sotto lo pseudonimo di “Gamin”, mentre, nel 1897, era stato tra i fondatori del “Corriere della Spezia”. In quello stesso anno, è probabile che Mazzini abbia pubblicato, per la Tipografia Moderna, il "Libro dei sonetti”, celandosi sotto lo pseudonimo di Gaetano Forbigli: a quel periodo, appartiene, infatti, la sua produzione poetica dialettale.

È poi nel 1898, che l’uomo aveva iniziato a collaborare con Mario Carazzi nelle ricerche paleontologiche e paletnologiche nella zona, ed era diventato il direttore della Biblioteca civica di Corso Cavour che porta il suo nome: essa era, in quel tempo, il più importante e produttivo centro d’incontri e di ricerca di tutta la Lunigiana, a cui Mazzini aveva lasciato la sua ricchissima raccolta di libri.
Tra le oltre 200 pubblicazioni di questo apprezzabile personaggio, si ricordano i dieci studi raccolti nel 1981 a cura dell'Accademia "G. Capellini", nel volume intitolato "Storia del golfo della Spezia", le "Noterelle Spezzine di Archeologia, di Storia e di Arte" del 1902, e il "Saggio di folclore spezzino" del 1919. Mazzini aveva diretto anche il Museo civico della città, che aveva contribuito a potenziare con la scoperta delle statue stele lunigianesi, che fece conoscere agli studiosi di tutta Europa. Nel 1891, inoltre, l’uomo aveva composto un sonetto dedicato alla sorprendente trasformazione della sua città, dopo l’arrivo dell'arsenale militare, ed era stato anche tra i primi membri della Società Ginnica spezzina “Pro Italia".

Ubaldo Mazzini, dunque, non si è limitato a fare il giornalista, ma è stato un personaggio sempre dedito alla diffusione della cultura, in un’epoca in cui la maggioranza dei cittadini aveva difficoltà persino a comporre la propria firma. Un concittadino illustre che ha contribuito a produrre, raccogliere e divulgare materiale prezioso, che oggi ci ha permesso di conoscere aspetti del nostro territorio altrimenti perduti per sempre. L’uomo è morto a Pontremoli nel 1923, e oggi un busto marmoreo ai giardini pubblici lo ricorda.