Ieri è venuto a mancare Piero Benedetti, la più anziana memoria storica del mondo ferroviario lucchese.
Piero aveva superato i novanta anni e nel corso della sua vita, in qualità di capotreno e non solo, aveva avuto modo di assistere ai vari cambiamenti di cui era stata oggetto la ferrovia. I suoi storici racconti ai tempi della Seconda Guerra Mondiale - esattamente il periodo in cui era stato assunto- erano sempre interessanti e rocamboleschi. Ricordava che i primi anni di conflitto non furono tormentati dal punto di vista ferroviario, ma le cose peggiorarono in Toscana dopo il 1943, con le distruzioni della Lucca – Pontedera, i danni alla Lucca – Piazza al Serchio dopo il mitragliamento di Fornaci di Barga del giugno 1944 e la rottura dei ponti tra Pistoia e Lucca.
“Tutti – come ricorda Piero - al di là del nostro livello e del nostro ruolo nella ferrovia, ci chinammo a terra per dare il nostro contributo al ripristino del treno sui nostri binari. I treni per Pisa, Viareggio e Firenze, furono ripristinati in tempi record proprio grazie all’operato di tutti”.
Organizzava, fino a quando la salute glielo ha permesso, gite ricreative e culturali per i ferrovieri per tutti gli iscritti al Dopolavoro, dove si occupava in parte anche della gestione delle squadre di calcio e di atletica, che tra gli anni Ottanta e Novanta ebbero un gran successo in tutta Italia.
Piero ha lasciato la moglie e due figli. Tutti, soprattutto le nuove generazioni, lo ricorderanno come l’uomo che attraverso le sue parole invitava a lavorare con dedizione e con lo sguardo rivolto sempre alla tutela dei diritti, che – come diceva- “lo stato non deve pian piano rosicchiare”.
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