Pochi giorni fa ci ha lasciati Armando Sechi, giudice mai dimenticato negli ambienti giudiziari lucchesi e fiorentini.

Armando aveva novanta anni, un alto profilo morale e grande professionalità. Nato a Verona da un soldato sardo e una ragioniera veronese, era cresciuto a Genova, dove non potè sostenere la maturità classica a causa della guerra. Tuttavia questo non gli impedì di conseguire la laurea in Giurisprudenza prima dei termini, una volta finito il conflitto mondiale. Divenne magistrato quando era molto giovane e iniziò la carriera nel ramo civile per poi scegliere, in seguito, per quello penale. Approdò a Lucca, dopo aver rivestito i primi incarichi ad Alessandria e all’Aquila, fu giudice civile al Tribunale, poi presidente della Corte d’Assise di Lucca ed infine della Corte d’Assise di Firenze, dove rimase fino alla pensione. Armando ha presieduto molti processi, tra questi ne ricordiamo almeno tre: la strage del rapido 904, avvenuta il 23 Dicembre 1984 nella galleria tra Firenze e Bologna, in cui condannò all’ergastolo Pippo Calò e altri mafiosi; l’omicidio Conti, l’ex sindaco di Firenze che venne ucciso dalle Br nel 1986; le bombe del 1993 in via dei Georgofili, a San Giovanni in Laterano e via Sauro.

Dopo l’ultimo processo citato, egli dedicò il tempo libero al sostegno e alla reintegrazione dei detenuti ed ex detenuti con il Gruppo Volontari Carcere di Lucca.