Basta un poco di zucchero!
Pasqua si avvicina, e come tutte le feste religiose porta con se una magica atmosfera, evocativa di profumi e ricordi che albergano la mente di grandi e piccini e in Umbria, come in tutte le regioni d'Italia, non può mancare la tradizione gastronomica che accompagna il periodo pasquale.
Ma si, lo sappiamo tutti di cosa si parla!
Quando il Perugino dice Pasqua, vuol dire Ciaramicola.
Aspetto di una ciambella, con la pasta a forma di croce al centro, di colore rosso con glassa bianca e confettini colorati di copertura.
Tutti ne hanno assaggiato la bontà almeno una volta, magari a casa della nonna, ma quanti ne conoscono l'origine e la storia?
Tradizione, passione e festa, tutte unite da un soffice impasto. La sua nascita si deve alla volontà di celebrare un inno alla città di Perugia, perfettamente e completamente raffigurata all'interno del dolce dai colori vivaci. I cinque rioni di Porta Sole, Porta Sant’Angelo, Porta Susanna, Porta Eburnea e Porta S. Pietro, sono rappresentati dai cinque rigonfiamenti che ne annunciano una sesta al centro, collegata a queste da piccoli corridoi.
E' evidente il rimando alla Piazza Grande, sulla quale svetta la Fontana Maggiore, simbolo della città. Gli stessi colori che compaiono sulla torta sono da riferirsi ai rioni e allo stemma della città umbra. Rossa all’interno grazie all'alchermes, coperta di glassa bianca con la chiara d’uovo montata a neve all’esterno e impreziosita da minuscole gemme verdi, gialle e blu.
“Rosso come il rione di Porta S. Angelo dalla cui porta entrava la legna per i fuochi. Bianco come il rione di Porta Sole dove l’astro si specchiava tra i marmi e i travertini della Terra Vecchia. Blu come il rione di Porta Susanna la cui porta conduce all’azzurro del lago perugino lungo la via Trasimena. Verde come il rione di Porta Eburnea teso verso i boschi e le vigne che colmavano la valle ad essa prospiciente. Giallo come il rione di Porta S.Pietro dalla cui porta entrava il biondo grano alimento principe di tutte le tavole.”
Una volta erano le ragazze in età da marito a regalarla ai propri innamorati, ma oggi tutti vogliono gustare sulla propria tavola la tradizione della cucina dolce tipicamente umbra.
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