Giuseppe Mazzatinti
Gubbio, fiorente cittadina culla di cultura, ha dato i natali a molti personaggi poi diventati di spicco. Giuseppe Mazzatinti, filologo, bibliografo e bibliotecario italiano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della cultura al liceo Annibale Mariotti di Perugia, dove incontra ed ha modo di entrare a contatto con orizzonti di pensiero ben più ampi di quelli eugubini. E proprio in questo ambiente che, oltre ad una marcata predisposizione per le materie letterarie, scopre una spiccata avversione per la filologia.
Da qui l'idea di iscriversi all'Università di Pisa, dove consegue la laurea in lettere e filosofia, conseguendo lo stesso anno anche l'abilitazione all'insegnamento.
L'esperienza toscana vissuta durante gli studi, incide fortemente sull'orientamento culturale di Giuseppe che grazie infatti al contatto con professori di elevata caratura, sviluppa ed accresce la sua formazione, arricchendo sempre più il suo bagaglio culturale. Una prima parte della sua professione di insegnante viene svolta proprio a Gubbio, ma a causa di divergenze intercorse con i cenacoli culturali eugubini, questa si concluse in brevissimo tempo.
Trasferitosi così dapprima ad Alba e poi a Forlì, ricevette l'elogio di Giovanni Pascoli che, dopo una visita ispettiva al liceo, nella relazione redatta per il ministero, lodò la «benemerita attività nel campo pubblico e cospicuo delle scienze» del Mazzatinti, osservando come egli fosse «un ottimo insegnante, fervido ed efficace, educatore di anime». Il Ministero della Pubblica Istruzione lo inviò a Parigi, col compito di censire e catalogare i codici italiani conservati nelle biblioteche francesi, permettendogli di alimentare enormemente la sua infinita sete di conoscenza.
La parte fondamentale del suo lavoro di ricerca è sicuramente rappresentata dallo studio dei beni documentari conservati in archivi e biblioteche e dalla loro divulgazione grazie alla compilazione di inventari e registri.
Proprio mentre era intento a raccogliere il materiale necessario per la redazione del carteggio di Garibaldi però, morì lasciando l'opera incompiuta.
A te cara Guglielmina e famiglia le mie più sentite Condog...
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