“Il materiale ceramico è tanto suadente da costituire una vera trappola per chi lo pratica”

E' già passato un anno dalla morte, lo scorso 15 aprile, dell'artista eugubina Nedda Guidi.

Nata a Gubbio nel 1927, sin dai primi anni della vita si trasferisce a Roma, dove vivrà e lavorerà per quasi tutta la sua vita.
Laureata in Filosofia, autodidatta nello studio e nella lavorazione della ceramica, aiutata solo dall'attenta osservazione degli impiegati presso alcune manifatture umbre. Da questo momento in poi la terracotta diventerà il suo più grande mezzo d'espressione e lei diventerà pian piano tra le presenze più attive e celebri delle biennali eugubine della ceramica, insignita di diversi e prestigiosi premi.

Le sue grandi abilità le permisero, a partire dalla metà degli anni '50, di operare al fianco di grandi maestri del calibro di Fontana e Leoncillo, sperimentando innovative tecniche e lasciando per sempre il segno nel linguaggio artistico. La sua fama nazionale ed internazionale l'ha fatta conoscere in tutto il mondo. Da Seoul a Hagueneau, dalla Svizzera alla Germania, passando per Francia, Turchia, Spagna e Giappone. Nonostante fosse ormai una cittadina del mondo, Nedda Guidi non ha mai reciso quel profondo legame che la univa alla città natale, nella quale tornava spesso, ogni volta che le era possibile.

A Gubbio dona alcune delle sue importanti opere, oggi esposte a Palazzo dei Consoli, adoperandosi e partecipando attivamente alla vita culturale del paese.

Artista ricca di insegnamenti, verrà ricordata come un raro esempio di umiltà e grande sensibilità, umana ed artistica.