Voce vigorosa e sconvolgente

E' la città di Todi ad aver dato i natali a Jacopo de Benedictis, meglio noto come il beato Jacopone da Todi.

Religioso italiano, è considerato uno dei più importanti poeti del Medioevo anche grazie alle numerose Laudi composte durante la sua vita. Non si conosce molto della sua esistenza e quel poco che è arrivato fino a noi lo si può desumere dalle sue molteplici opere. Prima della conversione si interessa alla professione di notaio e procuratore legale, lasciata però ben presto per seguire il suo cammino spirituale. La vicenda scatenante risale alla scomparsa della moglie Vanna. Durante l'incidente che ne causò la morte, sul corpo della donna venne trovato un cilicio. Questo dolore portò l'uomo, dopo aver donato ai poveri tutti i propri averi, ad abbandonare la vita mondana per peregrinare per il mondo.
Il suo cammino durò oltre dieci anni, tra elemosina e povertà, portatore di quel nome arricchito dell'accrescitivo "one", che lui stesso aveva aggiunto per una sorta di mortificazione.

Nelle sue poesie racconta tutta la negatività del mondo e per farlo si serve del dialetto umbro, sola via per conferire al tutto un “crudo realismo”. Dopo una vita di stenti e preghiera, terminò il suo cammino a Collazzone, dove si spense la notte di Natale.

Il suo corpo, dapprima sepolto fuori dalle mura di Todi, venne ritrovato e trasferito nella chiesa francescana di San Fortunato, dove ancora riposa il beato che “con la sua arte nuova si prese gioco del Mondo e si conquistò il Cielo”.