25 marzo 2012: L’Addio ad Antonio Tabucchi.

Il 25 marzo 2012 moriva a Lisbona Antonio Tabucchi, scrittore e accademico italiano nativo di Pisa. La città della torre diede infatti i Natali ad Antonio nel lontano 1943, ma durante gli anni
dell’università l’autore intraprese svariati viaggi in tutta Europa e, durante uno di questi a Parigi, trovò in una bancarella nei pressi della Gare de Lyon un poema del poeta portoghese Fernando Pessoa divenendone, in seguito, il maggior conoscitore, critico e traduttore.

Autore, a sua volta, di moltissimi libri e saggi, che constano di oltre 18 traduzioni, si rese anche artefice di una commedia teatrale, incentrata proprio sulla figura di Pessoa che rimase, per oltre 20 anni, l’interesse principale della sua vita, portandolo, perfino, a laurearsi nel 1969 con una tesi sul surrealismo in Portogallo. Rientrato, quindi, in patria, si perfezionò alla Scuola Normale Superiore di Pisa e divenne docente di lingua e letteratura portoghese a Bologna nel 1973, anno in cui diede vita, peraltro, a “Piazza d’Italia”; un tentativo di scrivere la storia dalla prospettiva dei perdenti.

Seguirono quindi “Il gioco del rovescio e altri racconti”( 1981) e “Donna di porto Pim”(1983), mentre esordì con il suo primo grande romanzo “Notturno indiano” nel 1984, poi ridotto a
pellicola nel 1989. Sempre nel 1989 il presidente della Repubblica portoghese gli conferì l’Ordine Do Infante Dom
Herique e ricevette, inoltre, la nomina dal Governo francese di Chevalier des Arts et des Lettres. Fu però il 1994 a portare alla ribalta Il genio di Tabucchi che, con la scrittura del romanzo “Sostiene Pereira”, si guadagnò la vittoria del Premio Super Campiello, del Premio Scanno e del Premio Jean Monnet per la letteratura Europea, facendo divenire il protagonista “simbolo della difesa della libertà di informazione per gli oppositori politici di tutti i regimi antidemocratici”.

Dopo la pubblicazione, nel 2001, di “Si sta facendo troppo tardi”, romanzo epistolare celebrante il trionfo della parola, e di “Tristano Muore”, passò il resto dell’anno in Toscana per dedicarsi all’insegnamento della letteratura all’Università di Siena e contribuì alle pagine culturali di numerosi quotidiani, quali Il Corriere della Sera e El Pais. Negli ultimi anni di vita si occupò della situazione politica italiana e collaborò, assieme a Maurizio Chierici, Marco Travaglio e Oliviero Beha alla scrittura de Il Fatto Quotidiano.

Oggi ricordiamo quindi la vita di un uomo che con il proprio talento e il proprio genio si è abilmente mosso attraverso i più svariati universi artistici e intellettuali, animato da una profonda
ed insormontabile passione.