L'11 marzo 1847 Pisa dava i natali a Sidney Costantino Sonnino, avvocato barone dalle idee liberali con una grande passione per la politica.

Dedito alla questione meridionale ed alle condizioni dell'agricoltura in Italia, fondò assieme al barone Leopoldo Franchetti la rivista "Rassegna settimanale", la quale terminò, sin da subito, nel dibattito sociale. Eletto deputato nel Governo Crispi, in qualità di ministro delle finanze e del Tesoro, seppe affrontare con tenacia e professionalità la grave questione del passivo bilancio di Stato, incrementando il controllo sul sistema bancario e permettendo, così, il rilancio della Banca d'Italia.

Dopo le dimissioni di Crispi, nel 1896, si schierò contro clero e socialisti, rappresentanti una minaccia per il liberismo, e guidò strenuamente l'opposizione liberale al governo Giolitti.
Da Presidente del Consiglio, in carica per tre mandati, quindi, diede freno all'annosa questione meridionale con un vasto programma di riforme ed incoraggiò, inoltre, la libertà di stampa.

Ministro degli Esteri nel secondo Governo Salandra dal 1915 al 1919 condusse le trattative con l'Intesa per l'entrata in guerra dell'Italia e sottoscrisse alcuni dei maggiori accordi internazionali, quali il Patto di Londra (1915), il Trattato di San Giovanni di Moriana (1917), la Conferenza di Parigi (1919), lavorando, infine, nel medesimo anno, sul Trattato di Versailles.

Nonostante le premesse presto si insinuò in lui una disillusione nei confronti della politica tale da portarlo all'abbandono della stessa e, poco dopo la Marcia su Roma del Duce nel 1922, la sua anima si spense nella capitale all'età di settantacinque anni.

Oggi ricordiamo, quindi, la nascita di un grande uomo che, spaziando dall'impegno profuso nell'attività politica, alla cura di economia e finanze, passando per la scrittura, contribuì alla crescita di un'Italia più libera e indipendente.