Sono passati settant'anni da quando quel 23 aprile 1946 Enrico Piaggio depositò il brevetto della Vespa, un vero e proprio mito delle due ruote.
La leggenda narra che, appena messo in moto il primo esemplare, udendo il rombo del motore, Piaggio esclamò: “Sembra una vespa!”. Quel giorno lo storico stabilimento di Pontedera mise sul mercato il primo gioiellino, della cilindrata di 98 cm cubi, motore a due tempi e tre marce, in vendita per 68 mila lire. Dei primissimi 50 esemplari, ben 48 andarono a ruba in pochi giorni. Piaggio avviò subito un secondo stock da 2500 pezzi, smaltiti in pochi mesi. Nel '53 le vendite toccarono i 500mila scooter, e nel '56 si arrivò al milione. Numeri incredibili per l'epoca. Il resto è storia. La storia di una grande azienda, la Piaggio di Pontedera, che affonda le radici nella nostra terra pisana, figlia del genio creativo e innovativo di Corradino D’Ascanio e di tanti dopo di lui che, con orgoglio e sudore, diede lustro a una tradizione operaia rimasta immutata nel tempo.
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