Un anno fa se ne andava Daniela Meucci, una delle anime del cineclub Arsenale, all’età di sessantasei anni.
Daniela, soprannominata Lady D. dal professore universitario e critico cinematografico Augusto Sainati, era una donna sobria, con una coscienza rigorosa e viva del presente. Anche nelle occasioni più pubbliche, quando giungeva qualche regista ed era necessario fare gli onori di casa, non cambiava niente del suo modo di essere e di atteggiarsi. Daniela era ‘no- frills’, come si dice delle compagnie aeree, senza fronzoli ma puntuale.
Oggi vogliamo ricordarla anche attraverso le parole dello stesso docente Sainati che, in occasione della morte di Daniela, disse:
‘Mi è difficile parlare di Daniela Meucci, scomparsa dopo una breve malattia, usando i verbi all’imperfetto. Perché Daniela è una donna che ha sempre vissuto al presente. Vorrei dire radicandosi nel presente, come radicata è stata dentro l’Arsenale, il piccolo grande cinema che mantiene viva da oltre trent’anni la lunga tradizione d’amore tra la settima arte e Pisa. I molti pisani e non pisani che negli ultimi trent’anni abbondanti hanno frequentato l’Arsenale conoscono benissimo il rapporto simbiotico che c’è tra Daniela Meucci e l’Arsenale: non c’era stagione, non c’era orario, non c’era giorno in cui Daniela non fosse lì, magari nel backstage a fare il lavoro duro ma necessario dell’organizzazione, oppure sulla front-line a dialogare con il pubblico sempre vario e appassionato che anima quella sala.’
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