Il 18 gennaio del 1977 moriva, in seguito ad un suo stesso scherzo, l'indimenticabile Luciano Re Cecconi, perno della splendida Lazio di Maestrelli.

Luciano era figlio di un muratore, da giovanissimo iniziò a lavorare come carrozziere, calciando il pallone solo nel tempo libero. Poi la favola: divenne calciatore professionista. Vivere di ciò che più amava al mondo lo rese una persona felice, nel senso più puro del termine. Quasi “naif”, con l'animo di un bambino, affrontava la quotidianità con un sorriso incontaminato, che sembrava non conoscere le nefandezze del mondo.

Quel giorno si trovava con due amici, il compagno di squadra Pietro Ghedin e il profumiere romano Giorgio Fraticcioli, accompagnando quest'ultimo nella gioielleria di un cliente per una commissione. Luciano, come era solito fare, improvvisò uno scherzo. Entrò nel negozio all'urlo “fermi tutti questa è una rapina”.

Preso dal panico, il gioielliere – che sfortunatamente non era appassionato di calcio e non riconobbe di due famosi giocatori - non ci pensò due volte ed aprì il fuoco. Luciano cadde a terra morente, mormorando: "Era uno scherzo, era solo uno scherzo..."