“Non sono un pessimista; accorgersi del male dove esiste, a mio parere, è una forma di ottimismo.”

Il 3 giugno del 1977 se ne andava Roberto Rossellini, gigante della cinematografia di tutti i tempi.

Considerato il maggior esponente del Neorealismo, è stato uno dei maestri del cinema mondiale, scoperto, prima che nel nostro Paese, negli Stati Uniti, dove attraverso i suoi film l'Italia riacquistò quel credito che aveva perso nell'epoca del conflitto.

Dalla militanza fascista al disincanto postbellico, il suo è stato un percordo di vita comune a tanti italiani che ha dato vita ad una consapevolezza amara e dolorosa. Un sentimento la cui massima rappresentazione venne espressa attraverso uno dei maggiori capolavori del cinema nostrano: “Roma città aperta”.