Erano circa le 13.30 del 1 giugno 1990 quando all'improvviso, nei pressi di piazza della Lizza, tre colpi di arma da fuoco squarciarono la calma di una serena e soleggiata giornata. A rimanere a terra fu Mario Forziero e Nicola Campanile, due militari che a bordo della loro volante stavano svolgendo come sempre il proprio lavoro. Nel fermare un ragazzo in sella al suo ciclomotore, forse rubato, i due ebbero appena il tempo di realizzare quanto stesse accadendo. La gente iniziò a correre in preda al panico mentre gli agenti erano ormai sono in fin di vita. Moriranno poco dopo.

Mario Forziero, 30 anni, era di Francolise di Caserta ma viveva da molti anni a Sinalunga, dove si era sposato e aveva avuto due figlie. Nicola Campanile, invece, era di Modena, ma risiedeva a Roma. Gli mancavano solo sei mesi per la fine del servizio di leva come carabiniere.

L'assassino venne catturato poco dopo. Si trattava di Sergio Cosimini, 27 anni, fiorentino, figlio unico di una famiglia benestante. Cosimini soffriva da qualche mese di una grave sindrome depressiva ansiosa e secondo il Ministero degli Interni era anche tossicodipendente. Si era già reso protagonista di diversi altri reati, ma era sempre stato rimesso in libertà.