Moriva a Siena, nella primavera di 160 anni fa, Matilde Manzoni, ultima dei nove figli del celebre Alessandro Manzoni.

Cagionevole fin dal nascita, trascorre la sua breve esistenza dividendosi tra Lucca, Pisa e la Versilia ed arriverà infine a Siena con la sorella Vittoria ed il cognato Giovanni Battista Giornini, docente all'epoca nell’Università senese. Qui morirà di tubercolosi a ventisei anni. Nonostante il clima della Toscana lenisca almeno in parte la sua malattia, Matilde lamenta spesso la mancanza del padre, che sembra essere troppo presso dalle sudate carte per occuparsi della figlia.

“… mi è troppo doloroso di dover vivere così straniera affatto per una parte del mio sangue”- con queste parole, pesanti come macigni, la figlia del letterato descrive il rapporto con il padre nel suo Journal. Manzoni le promette soldi, ma non ne manda abbastanza, le preannuncia visite, ma non andrà mai a trovarla. Si occuperà della figlia solo dopo la sua scomparsa e la farà tumulare nel corridoio del chiostro conventuale dei Servi di Maria e lui stesso avrebbe dettato l’epigrafe sulla tomba:

“Matilde figlia di Alessandro Manzoni. Qui riposa spenta da lento morbo il XXX marzo MDCCCLVI. Nell’ultimo anno del quinto lustro lasciava desiderio di sé per una vita bella di tutte virtù che sublimano il sesso. Il padre i fratelli e la sorella Vittoria moglie a Gio Battista Giorgini la raccomandano alle preghiere dei pietosi senesi”.

E la sventurata, ovviamente, non rispose.