La chiamavano “trepolmoni”, perchè in campo correva senza mai fermarsi.
Ad arrestare la sua corsa, la slavina che ha distrutto l'hotel Rigopiano. È stato riconosciuto il corpo di Luana Biferi, dipendente dell'albergo con la passione per il calcio. Giocava con l’AcquaeSapone e quel maledetto mercoledì aveva esternato sui social la paura per le condizioni meteo ed il terremoto. Poi più nulla. Un silenzio che si è cercato di riempire con la speranza, fino alla più brutta delle notizie.
Luana non ce l'ha fatta, la neve ha spazzato via la sua vita e tutti i suoi sogni.
A piangere, oltre alla famiglia, la sua seconda casa, le sue compagne di squadra, che assicurano che resterà per sempre il loro amato capitano.
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