Il mondo dell'architettura piange Gigetta Tamaro, scomparsa questa mattina nella sua abitazione all'età di 85 anni.

La Tamaro è stata un architetto di fama nazionale che, assieme all'inseparabile marito Luciano Semerani, ha condotto uno degli studi di architettura più prestigiosi d'Italia.

Laureata all'Università di Venezia nel '58, ha messo la firma sulle Torri dell'ospedale di Cattinara e sul Padiglione Chirurgico e il Pronto soccorso dell'ospedale Santi Giovanni e Paolo di Venezia. Con il figlio Luigi, invece, Gigetta Tamaro ha realizzato il complesso di via Punta del forno, sede dell'archivio del Comune.

C'è la sua firma anche sul progetto – ancora non realizzato - per portare l'acqua del canale di Ponterosso fino alla chiesa di Sant'Antonio Nuovo, una iniziativa che ha vinto il concorso comunale. Nel 2014, ricevette il Premio di vetro - Elca Ruzzier - per la valorizzazione della donna e in particolare delle donne triestine distintesi nel mondo del lavoro, della cultura, delle arti, delle scienze e dello sport e per aver portato il nome della città nel mondo.

In quell'occasione dichiarò di aver sempre vissuto con un obiettivo, quello di «Vivere il presente, minuto per minuto, cogliendo ciò che la vita offre, che per un architetto può semplicemente voler dire progettare una sedia, un tetto, uno scalone».

E' con queste parole che oggi vogliamo ricordare Gigetta Tamaro: esempio di illuminato architetto, di orgogliosa triestina, di grande donna.