L’11 luglio di undici anni fa ci lasciava il maestro Piero Cappuccilli, definito dal grande Rino Alessi - giornalista e critico musicale di riconosciuto spessore culturale - un vero e proprio patrimonio della Cultura italiana.

Il Principe dei baritoni aveva 75 anni quando se ne è andato nella sua Trieste, dove era nato il 9 novembre del 1929. Era l'agosto del 1992 quando Cappuccilli dovette dare l'addio forzato alle scene. Dopo una serata trionfale nei panni di Nabucco all'Arena di Verona, concluse il viaggio in macchina di ritorno verso casa con un tragico incidente che lo portò a doversi ritirare dalle scene per alcuni anni.

Il baritono, che prima di decidere di diventare cantante lirico sognava una carriera da architetto, iniziò un lungo calvario fatto di 10 giorni di coma, 50 di rianimazione, tre mesi di riabilitazione. Memorabili le sue interpretazioni nel Simon Boccanegra, Rigoletto e Macbeth. Grazie alla sua voce assolutamente indimenticabile, ha dato vita a personaggi dai caratteri spesso contraddittori. Ciò che ha reso Cappuccilli un baritono senza precedenti sono state: la una stupefacente capacità attuariale, la sua chiara scansione della parola “cantata” e il suo innato carisma, al quale era impossibile resistere.

Il grande Piero Cappuccilli ha rappresentato per più di una generazione di appassionati d’opera e di frequentatori del teatro lirico, la voce verdiana per eccellenza.