Era la fine del luglio 1571quando Papa Pio V emanò la bolla "Illius fulciti presidio" con la quale elevò Ripatransone al grado di città e di sede vescovile con giurisdizione su: Quinzano, Monteprandone, Force, Montalto, Montedinove, Rotella, Porchia, Cossignano (località dismembrate dal Presidato Farfense); Acquaviva, San Benedetto, Gissi, Grottammare, Marano, Sant’Andrea (località dismembrate dalla diocesi di Fermo); Colonnella e Patrignone (località dismembrate dalla diocesi di Ascoli).

Il risultato fu conseguito dopo diversi processi e per l’importanza raggiunta della zona in quasi tutti i settori della vita cittadina, per il 1300 abitanti, con l’appoggio di Ascanio Condivi, Annibal Caro, Michelangelo Buonarroti, San Filippo Neri, per determinazione del papa Pio V, e superate le ultime opposizioni di Farfa, del Vescovo di Fermo, del Cardinal Montalto e di Offida.

Con Ripatransone si operava nella zona un’autentica rivoluzione, veniva istituita una diocesi cuscinetto tra le nemiche Ascoli e Fermo, spezzando la secolare e anacronistica giurisdizione farfense.

Il primo Vescovo della diocesi, Mons. Lucio Sassi di Nola, fece il solenne ingresso a Ripatransone dopo diversi mesi nel marzo 1572.